Schiava a quattro zampe per terra

Molto bene. Scendi dal tavolo, e mettiti a quattro zampe per terra.
Gianna scese subito dal tavolo. Si inginocchio’ nuovamente, mettendosi carponi. Vide che Romano prendeva un nuovo oggetto dalla credenza; era un collare per cani, di cuoio nero borchiato, col guinzaglio. L’uomo le si avvicino’ e le sistemo’ il collare al collo. Gianna rabbrividi’, temendo che l’uomo stringesse troppo, ma non osando fiatare. Romano chiuse la fibia del collare, e si diresse fuori dal salotto. Gianna lo seguiva carponi, come un cagnolino.
Romano ando’ in bagno. Quando furono dentro, chiuse la porta con calma, e poi si giro’ verso Gianna. – Ora, puttana, ti faro’ qualcosa che ti aiutera’ a capire chi sei e quanto vali. Ricordati, non tollerero’ disobbedienze. Non voglio neppure che tu parli. Annuisci se sei sicura di aver capito bene.
Gianna annui’. Romano sogghigno’ e, oziosamente, struscio’ il piede destro contro i seni penzoloni della ragazza. – Bene, – prosegui’ Romano. – Siediti sul cesso, a gambe larghe.
Gianna arrossi’ violentemente. Striscio’ carponi fino al water. Si alzo’, e vi si sedette come le era stato ordinato. Le mollette le aprivano, dolorosamente, le grandi labbra.
Romano la guardo’ con calma, accarezzandole il volto, i seni, le cosce e la vagina per un po’ di tempo. Quando la sua mano fu sulla vagina di Gianna, le accarezzo’ il clitoride. – Ora, Gianna, io piscero’, e tu sarai il mio cesso, – le disse. – Voglio che tu mi guardi negli occhi finche’ non mi saro’ svuotato. – A quelle parole, gli occhi della fanciulla si riempirono di nuove lacrime, ma lei non oso’ fiatare. Romano sorrise, soddisfatto, e si slaccio’ i pantaloni, tirandolo fuori. Si chino’ per prenderle le caviglie e sollevarle, costringengola ad appoggiare la schiena contro l’asse sollevata del water.