Punire la propria schiava – quali fruste utilizzare

Cintura

Intendo quella dei pantaloni. Strumento molto controverso. C’è chi lo detesta perchè emblema del sopruso domestico e chi invece l’ama perchè evoca, appunto, un clima famigliare. Sotto quest’ultimo aspetto mi viene in mente la donna che sfila la cintura al suo uomo e gliela porge in un gesto di grande suggestione e dal significato inequivocabile.Nel mio file sulla cintura ho archiviato una testimonianza che va al nocciolo.Eleonora da Bassano Del Grappa scriveva alcuni anni fa’ “… adoro quando il mio uomo mi obbliga a sfilargli la cintura dei pantaloni e di porgergli la cintura con la quale dopo poco lui mi batterà. E’ un gesto umiliante che mi fa sprofondare nella vergogna più totale. Però lo faccio con una gioia immensa. Donarmi tremante e piena di paura e di vergogna al mio uomo che mi batterà con qualcosa che lui porta sempre addosso, che è uno oggetto suo personale e che in ogni momento della giornata quando io non ci sono, lui può toccare rammentando l’uso che ne ha fatto…” La cintura è qualcosa che è sempre a portata di mano e può servire allorquando non ci siano altri strumenti a meno che l’uso della cinghia dei pantaloni sia proprio voluto come elemento per umiliare ancora di più la persona sottomessa.L’uso può ricadere su natiche, cosce e raramente sulla schiena. Ovviamente mai nessun uso della fibbia. Mentre il cane è strumento tipicamente inglese, il tawse tipicamente scozzese, lo strap e la spazzola sono tipicamente americani, potrei dire che la cintura ha cittadinanza italiana. Come sempre noi italiani, anche in mancanza di una sana tradizione, ci arrangiamo con quello che troviamo in casa. La cintura pur così vicina allo strap è detestata dagli americani. Leggevo su un sito americano di una classificazione degli strumenti e i relativi consigli suddivisi in 3 tipologie: assolutamente da evitare, non raccomandato, raccomandato. Prendevano in considerazione 15 strumenti e sapete dove era messa la cintura? Nel primo ossia tra quelli da evitare assolutamente. Nella motivazione leggo che “è difficile da controllare sia dove si colpisce sia con quanta forza … può causare abrasioni molto forti e lunghe da guarire … se indirizzato male può arrotolarsi attorno al corpo e causare grande dolore … e quindi è assolutamente da evitare”. Non condivido nemmeno una parola di quanta detto da questo sito perchè ogni strumento, se usato male o male indirizzato, può causare danno. Come invece impugnarla? Alcuni preferiscono tenerla lunga altri invece piegarla in due per aumentare l’effetto. Direi che questo è il modo abituale. Personalmente io preferisco non piegarla e impugnarla a circa 7 o 8 decimi della sua lunghezza. Mai sfilata dal sottoscritto, ma sempre fatta sfilare. Come tutti gli strumenti, richiede pratica. Nessuno pensi che siccome ogni giorno maneggia la propria cintura, questo significhi saper frustare con la cintura. Essa deve colpire sempre di piatto e se tenuta lunga bisogna capire bene dove la cintura ha intenzione di andare. Altrimenti ciò che dice quel sito americano diventa vero. II solito cuscino del letto o del divano non protesterà se voi farete esercizi su di lui.
Nota 1

Il righello

Quello di legno che usavano gli alunni di un tempo, prima dell’avvento della plastica. Il suo uso è denso di significati ed è adatto alla sculacciata punitivao. Se la sculacciata intercorre tra un alunno / alunna e l’insegnante lo strumento che non può mancare è proprio un righello un po’ consunto, con qualche macchia di china, qualche piccola tacca lungo il dorso che dovrebbe tracciare una riga ben netta sul foglio di carta. Ma anche con queste imperfezioni che lo rendono inadatto ad un buon disegno, il righello diventa adatto ad una punizione severa impartita con l’alunno o alunna stesa sulle ginocchia dell’insegnate oppure piegato e con il busto sopra una scrivania / banco/cattedra. Mentre l’insegnante colpisce egli non manca di rimproverare ed elencando le colpe giustifica il suo operato. Un operato, s’intende, a fin di bene. La lunghezza ideale del righello è sui 40 cm, ma va bene anche uno da 30 o 50 soprattutto perchè quelli da 40 sono praticamente inesistenti. Sopra queste lunghezze lo strumento diventa poco maneggevole. Belli i segni netti che lascia. Un vezzo dei veri precettori è di scrivere sul righello il nome della persona punita che si va ad aggiungere a tutte le persone che hanno in precedenza goduto dei benefici punitivi dello strumento. Rammento quello di Paul Stoves che pur scrivendo molto in piccolo aveva ormai minimo spazio per aggiungere altri nomi. Che nel frattempo sia riuscito a trovare in qualche vecchia soffitta qualche altro righello? Rigorosamente di legno.

La Spazzola

Come abbiamo visto ogni Paese ha le sue abitudini e tradizioni nel campo degli strumenti disciplinari. La spazzola è strumento molto caro ai praticanti Usa e ciò da vecchia data. Non è difficile capire perchè. Ognuno avrà visto qualche film d’anteguerra o anni ’50 e certamente rammenterà la protagonista femminile seduta davanti a quel mobile con ampio specchio che non mancava in nessuna camera da letto che si rispetti. Ivi la donna passava molto tempo a spazzolare i lunghi capelli. La spazzola è quindi oggetto più che famigliare alla donna americana e il passo a usarla anche dalla parte del dorso è stato breve. Usata però sulle natiche del marito. Quindi oggetto Femdom per eccellenza in quanto di solito è la donna che la usa sull’uomo o su qualche altra donna rivale in amore o amica da punire o amica cui fare dono di un bel paio di natiche arrossate. La spazzola deve essere necessariamente di legno e non è facile trovarne in commercio perchè la plastica ha invaso negozi e di conseguenza le nostre case. Proprio per questo, la famosa casa americana produttrice di video di spanking, la Nu West, aveva in catalogo anche delle meravigliose spazzole di legno adattissime allo scopo di cui parliamo. L’uso è molto semplice e del tutto intuitivo. Io, poco ligio, alla tradizione, le poche volte che ho usato la spazzola, ho provato ad impiegarla anche dalla parte delle setole. Prima dorso e poi setole. Non male.
Nota 2

Battipanni.

Il tradizionale battipanni usato (una volta) per battere tappeti e materassi ha anche un uso SM. Non molto diffuso, ma qualcuno sente il fascino di questo oggetto casalingo dal gusto vintage. E’ strumento molto doloroso. Il battipanni può essere di vimini (rami di salice intrecciati) oppure in midollino (derivato dal rattan) oppure in plastica. Lo si trova di grandezze differenti. Tutti sono parimenti brucianti e chi l’amministra deve tenere conto delle severità intrinseca dello strumento. Molti consigliano il suo uso dopo una buona sculacciata manuale che prepara le natiche a ricevere questo castigo particolarmente impegnativo. Va usato solo sulle natiche o alto delle cosce. Meglio se natiche abbondanti. Essendo oggetto casalingo è adatto a castighi di tipo domestico all’interno di rapporti di coppia o giochi di ruolo ambientati in famiglia ( es moglie oppure marito colpevoli di qualche grossa mancanza).

Battoir

Strumento di punizione casalinga nella Francia di inizio ‘900. In pratica è una paletta di legno spesso di forma rettangolare o ovoidale con un corto manico. Dunque assomiglia al paddle inglese. Serviva per battere i panni quando venivano lavati o in casa o presso i lavatoi pubblici. Era spesso un regalo di nozze tanto che si chiama anche “battoir de mariage”. Ma oltre a questo uso, è noto che fosse anche strumento per punire mogli o amiche negligenti. Compare come strumento di punizione in alcuni romanzi delle Orties Blanches. Attualmente si tende a fare deprecabile confusione tra battoir e battipanni.

Cucchiaio / palette da cucina e simili

Anche qui possiamo scegliere tra il legno e la plastica. Occorre che dica cosa, secondo me, è meglio? Oggetti di facile reperibilità da mettere in casa e tirare fuori all’occorrenza. A mio avviso sono dei riempitivi di una seduta di sculacciata manuale che poi volge a qualcosa di più severo. Pur personalmente poco incline a queste oggetti a-specifici, devo dire che alcuni colpi con un cucchiaio di legno o una palettina da cucina sono divertenti. Lasciano un bel segno netto e chi subisce avverte bene l’abbattersi dello strumento sulle natiche. Piacevole è anche il rumore. Facili da usare.

Verghe vegetali

Ho lasciato per ultimo questo tema che è il piatto forte di una sculacciata con strumenti. Le verghe vegetali trovano un modesto utilizzo perchè procurarsele è scomodo. Un paddle lo si compera in negozio e dura una vita. Per una verga vegetale devi andare per campi, cercare, spendere tempo ed energie affinchè la ricerca sia fruttuosa. E poi dura una sessione o al massimo ancora qualche giorno e poi devi buttare. In certe stagioni ci sono poche possibilità di scelta. Vero, ma io in queste difficoltà vedo solo la bellezza per uno strumento conquistato, scelto con trepidazione, spesso furtivamente perchè desta non poca curiosità uno che armato di coltellino va a prendersi in qualche campo dei comuni rami di salice o di ligustro o di spirea o di nocciolo. So di avere spesso fatto tanti chilometri per andare ad una pianta che avevo notato da qualche parte e che avevo memorizzato dicendomi “alla prima occasione utile, qui devo venire”. Il piacere di cogliere un ramo giusto anziché comperare un frustino al sexyshop. Il piacere di cogliere un frutto maturo sulla pianta anziché comperarlo al supermercato. Scelte personali che non sempre si possono fare, ma si tratta di capire se, alla prima occasione, uno è disposto a farla, seppure con qualche sacrificio. L’iniziativa può anche essere della persona sottomessa che, su ordine del Dominante o per sua decisione di fargli cosa gradita, va per campi e porta in dono gli strumenti del proprio supplizio. Immagino come sia tremante quella mano che raccoglie. Un gesto carico di significato.

Strumenti per sculacciare la propria schiava

La Mano è il primo e principale strumento. Esclusivo nel caso della sculacciata manuale.

C’è mano e mano e di questo bisogna tenere conto. La mano di una donna non palestrata di 50 kg che sculaccia le natiche di un uomo di 90 kg realizza una sculacciata molto diversa da quella che può fare un uomo di 90 kg, palestrato che sculaccia una donna che pesa 50
Elementare osservazione, ma sulla quale riflettere.
Per un uomo dalle grandi manone può essere opportuno moderare la forza e per una gentil donzella dalle mani diafane può essere il caso di fare il più possibile allenamento. Come? Se non ci sono natiche a disposizione si possono mettere sopra una superficie dura un paio di asciugamani e battere e ancora battere. Va individuata la giusta consistenza (un cuscino è assolutamente troppo morbido e un tavolo troppo duro) miscelando una superficie dura e qualcosa che attenui l’impatto della mano.
Costruito l’oggetto che sarà … sculacciato bisogna insistere. 5 minuti, poi 10, poi 15.
Ma anche una mano allenata può stancarsi e diventare dolente. Dipende dal tipo di natiche, dalla forza messa, dalla durata. In alcuni casi si possono anche rompere dei capillari sul palmo della mano (a me è successo parecchie volte). Se si può acqua fresca e ghiaccio, ma non sempre è fattibile.
A prescindere da questi infortuni professionali, la mano dopo un po’, spesso brucia.
E’ il momento di fermarsi e parlare. Parole dolci nel caso di sculacciata erotica, parole di aspro rimprovero nel caso della sculacciata punitiva, ma parole anche negli altri 2 tipi di sculacciata di cui abbiamo parlato nell’articolo messo in Anteprima
Oppure si può fare una sosta per verificare gli effetti che la sculacciata ha provocato nelle parti genitali. Un dito che scivola lentamente nel solco (femminile) oppure una mano che va sotto ad impugnare un’asta (maschile) che potrebbe essere abbassata o anche svettante.
Mano stanca, bruciante = manovre diversive in territorio nemico.
E quindi riprendere. La sculacciata più lunga ed estenuante è, meglio è.
Quindi a chi sculaccia suggerisco di dosare bene le forze.

Paddle ossia paletta. Può essere di cuoio oppure di legno.
- Paddle in cuoio.
Quello di cuoio è una paletta rivestita di cuoio o interamente di cuoio bello spesso. I paddle hanno mille forme. Lunghi e stretti, larghi, ovali, corti, a forma di cuore ecc. Un bel manico consente una impugnature sicura.
E’ strumento molto caro agli americani. Anzi è lo strumento abituale dello spanking assieme alla spazzola. Facile da usare.
Ci sono quelli seri e cattivi. Ma anche quelli molto imbottiti, allegri, con disegnini, alcuni a forma di cuore. Per la sua facilità ad essere usato è adatto per una prima volta o per un regalo a persona vanilla o semi vanilla.
Alcuni sono addirittura rivestiti di pelliccia (si spera sintetica) per rendere l’oggetto qualcosa di particolarmente soft sia come impiego sia come aspetto.
Altri assumono invece un aspetto più hard per i tanti rivetti posti tutto intorno al paddle. Personalmente il paddle rivettato lo detesto, ma de gustibus …
- Il paddle di legno.
E’ poco usato da noi ed quasi introvabile nei negozi italiani.
Questa sorta di “battitoio “, è costruito in diverse varietà di legno anche se, quello più tradizionale, è prodotto in essenza d’acero. Anche le forme sono fra le più svariate ma, le più tipiche, restano quella ovale e quella “a riga “.
Questi paddles sono strumenti efficaci e di facile uso. L’effetto che essi provocano è di un’incredibile sensazione pungente e bruciante su di un’ ampia area delle natiche punite. Un altro loro segno tipico è quello di provocare un bel suono pieno, rimbombante, una specie di “uap” (ovviamente, se l’attrezzo è usato a regola d’arte).
Questo tipo di strumento va impiegato rigorosamente sulle natiche e solo quello “a riga” può scendere sulle cosce.
Va tenuto presente che il paddle ligneo può infliggere una pena considerevole anche con
l’impiego di una forza minima. L’errore maggiore commesso dalle persone che usano questo strumento impropriamente, è proprio quello di applicarlo troppo velocemente e d’imprimere troppa forza a ciascun colpo inferto. La tecnica corretta, quindi, è quella di lasciare che sia il peso stesso dello strumento punitivo ad effettuare la maggior parte del lavoro per noi.
Sul mercato sono presenti alcuni paddles forati sulla loro superficie, con un numero variabile di buchi più o meno grandi. Lo scopo è per un verso di alleggerire lo strumento e per altro verso quello di creare minore resistenza nell’aria. Così dicono, ma invero – così come ho detto più sopra – non c’è necessità alcuna di calare velocemente lo strumento sulle natiche. Ben vengano i buchi come alleggerimento di questo strumento che lascia subito pesanti chiazze rosse sulle natiche.
Insistere o usare molta forza significa mettere a sangue le natiche in breve tempo.
Essi sono molto usati in ambiente leather (gay sm).
I paddle di legno richiedono di essere verificati prima del loro uso. Talvolta si formano scheggiature che è bene scoprire e togliere con della carta abrasiva molto fine. Serve anche a scoprire eventuali incrinature che poi portano inevitabilmente alla spaccatura dello strumento mentre lo state usando. A me è capitato una volta di trovarmi in mano metà paddle e l’altra parte è schizzata via. Dire che ci sono rimasto male è dire poco. Serve quindi anche un minimo di manutenzione e passare di tanto in tanto un po’ di (buon) pulitore per il legno che ha lo scopo non solo di pulire, ma anche di nutrire il legno. In questo modo diminuisce il rischio che lo strumento si fessuri e si rompa.

Strap letteralmente significa cintura, ma non è la classica cintura dei pantaloni. Assomiglia ad una larga cintura però più corta di quelle usate per i vestiti.
Lo strap è strumento fatto appositamente per battere un paio di natiche.
Quello classico è lungo circa 45 / 50 cm e largo 7 / 8 cm, ma ho visto che taluni chiamano strap anche qualche cintura non più larga di un cinturino da orologio.
Era (è ??) molto usato nelle prigioni soprattutto dell’America del nord, Canada compreso, tant’è che è anche detto canadian strap.
Ora si possono trovare anche fatti di rubber cioè gomma mentre lo strap classico è in cuoio. Si dice che i migliori sono quelli fatti con cuoio tratto dall’asino. Però non chiedetemi come si fa a riconoscere uno strap di pelle di asino.
Esistono strap singoli e strap doppi dove per doppio si intende quello dove la lingua di cuoio a metà viene ripiegata in modo molto stretto per tornare alla impugnatura. Per essere più chiaro è come se uno prendesse una cintura e la piega strettamente in due.
Ho visto in commercio anche strap con un manico. Ma si è sempre saputo che strap e tawse si contraddistinguono proprio per la mancanza di un vero manico.
Nella grande famiglia degli strap rientrano anche quelli che gli americani chiamano razor o strap razor. Ormai introvabili con la fine della coramella che era appesa a lato della poltrona del barbiere ai tempi in cui egli radeva i clienti con il rasoio a mano libera. Sopra la coramella il barbiere vi passava con energia il rasoio per renderlo più affilato. Quella striscia è (od era) ottimo strumento per sculacciare natiche bisognose di un energico castigo.
Lo strap produce un bel rumore sempre che la striscia di cuoio colpisca le natiche perfettamente piatta e non leggermente inclinata. Basta poco per rendere il colpo inefficace. Un colpo siffatto è paragonabile ad un violino che fa una stecca invece di essere uno strumento musicale che assieme allo strumento a fiato dei gemiti e lamenti produce una melodia incantevole.
Nota 3 – Descrizione preparata illo tempore da Paul Stoves per la costruzione di uno strap

Tawse

Il “tawse” che, più o meno, si pronuncia “taus”, altro non e che uno strumento appartenente alla categoria degli “straps ” al quale sono state prodotti longitudinalmente uno o più tagli che quindi dividono la striscia di pelle in 2 o 3 “code” che gli scozzesi chiamano “fingers”
Appunto è strumento tipicamente scozzese.
La sua lunghezza è come quello dello strap o leggermente più corto e poi capiremo perchè. Larghezza complessiva intorno ai 7/8 cm
Anche il tawse, come succede per lo strap, può essere singolo o doppio.
A differenza dei paddles, che possiamo trovare anche in differenti materiali quali gomma, plastica, legno, i tawses devono essere categoricamente manufatti in pelle. Quando questi sostituti della mano sono costruiti con cuoio di prima qualità si ottengono degli strumenti eccezionali che sono in grado, se bene applicati, di procurare sull’epidermide alcune sensazioni davvero deliziose. Come tutti gli strumenti in pelle, i tawses tendono ad ammorbidirsi con l’uso ed il passare del tempo; essi necessitano quindi della solita manutenzione che va fatta a tutti gli strumenti in cuoio.
Come già detto nel capitolo dello strap, i tawses e gli straps si distinguono dai paddles perchè non hanno una impugnatura ben distinta.
II tawse può essere egregiamente impiegato sul sedere, sulla parte alta delle cosce e sulle mani. Il primo colpo inferto andrebbe “misurato “. Per “misurato “, intendo che dovreste simulare l’atto facendo solo sfiorare lo strumento al bersaglio. Cosi facendo, si ha l’opportunità di capire esattamente dove il colpo – quello vero – andrà a cadere.
La regola vuole che i tre quarti delle “code ” del tawse colpiscano le natiche.
Il tawse è strumento non facile da usare. Se a proposito dello strap ho detto che bisogna prestare attenzione a che lo strumento colpisca perfettamente di piatto, la raccomandazione vale a maggior ragione per il tawse. Vi assicuro che senza un buon allenamento è impossibile far viaggiare 3 o nel caso del tawse doppio ben 6 strisce di cuoio tutte parallele. Ecco anche spiegato perchè il tawse è generalmente più corto dello strap. Se troppo lungo il controllo delle strisce è praticamente impossibile. Se il colpo è giusto ossia assolutamente piatto, il suono è squillante, pulito ed argentino: se il rumore ottenuto è sordo, ovattato o, in ogni caso, non pulito, siamo in presenza di una pessima esecuzione.
Sconsiglio i colpi di rovescio, salvo per i super provetti. Buona norma è trattare ogni natica separatamente mentre per lo strap – che è più lungo – si usa colpire entrambe.
Il tawse è stato usato nelle scuole fino ad una trentina di anni fa’. (questo impiego è cessato progressivamente nel corso degli anni ’80.) Gli alunni e le alunne colpevoli venivano battuti con il tawse sul palmo delle mani. In questo caso l’insegnante appoggiava lo strumento sulla spalla del braccio che lo impugnava e da lì scendeva il colpo. Personalmente ho acquisito questa abitudine, qualsiasi parte debba colpire, perchè consente di partire con le varie strisce di cuoio già parallele. In questo modo è più facile che arrivino anche parallele.
Quasi impossibile trovare questo oggetto nei negozi italiani. Rimane la soluzione del fai da te oppure l’acquisto su internet. Quest’ultimo presenta sempre l’incognita che vale per tutti gli oggetti in cuoio che è quello di non poter verificare con mano ed occhio la qualità. In questo caso fondamentale.
I veri appassionati fanno a gara a suon di sterline per accaparrarsi quelli fabbricati a Lochgelly (cittadina a nord di Edimburgo) ed in particolare quelli usciti da più generazioni dai laboratori artigianali della famiglia Dick. Quivi la produzione era suddivisa in 4 categorie a seconda della pesantezza e grossezza del cuoio. Quindi ognuno poteva scegliere in funzione dell’uso che ne doveva fare. Sicuramente tipo L (light) per la battitura delle mani che sono parti del corpo solo apparentemente robuste (troppe piccole ossa) o di tipo M ( medium) per gentili natiche femminili o H (heavy) per natiche maschili. Esisteva anche la XH (extra heavy) per punizioni sulle natiche in luoghi di pena fino alla abolizione di questo uso avvenuta nel 1948.

Cane

Strumento tipicamente inglese usato nei collegi, nelle famiglie, presso le professioniste. Anche nelle prigioni soprattutto delle colonie o ex colonie inglesi. Il caning cioè il percuotere con il cane è diffusissimo nella pratica BDSM. Dall’Inghilterra si è esteso rapidamente negli altri Paesi dove la pratica del BDSM è qualcosa di sentito e diffuso.
Molti si pongono la domanda di cosa è fatto il cane. In tanti parlano e si trova sul web ogni sorta di bestialità. Va subito precisato che non è un giunco e non fa parte della famiglia delle giuncacee (i giunchi sono quelle canne che si vedono spesso lungo i bordi di ferrovie).
E’ invece un rattan più in particolare un calamus che è una famiglia del rattan. Dunque non propriamente un legno perché le fibre del legno sono intrecciate mentre quelle del calamus sono longitudinali e questo consente una trasmissione molto più rapida di acqua o addirittura di aria.
La materia prima va lavorata accuratamente e il processo di lavorazione è lungo e spesso pieno di piccoli segreti che i produttori si tengono per sé come i grandi cuochi. Alla fine del processo si procede alla curvatura in modo da ottenere quel manico che è come quello dell’ombrello. Talvolta il cane è preparato senza questa curvatura, ma con un manico dritto non grosso.
La qualità del cane è fondamentale. Deve essere flessibile e nello stesso tempo consentire assoluta precisione nel dirigere il colpo. Entrambe le qualità spesso difettano in quelli che si trovano sul mercato.
I colpi di cane si contano a dozzine o mezze dozzine. Guai a usare le decine.
La sua lunghezza varia dagli 80 cm al metro.
Lo strumento richiede molto allenamento per il suo corretto uso. E’ fondamentale che il colpo arrivi dove si vuole che arrivi.
Personalmente mi piace dare i primi 5 o 6 colpi partendo dalla attaccatura delle cosce alle natiche per poi risalire su queste ultime cercando di mai sovrapporre i colpi. Per me è stupenda visione un paio di natiche che mostrano quei primi 5 o 6 segni, ben paralleli, che distano qualche centimetro uno dall’altro.
Il segno che lascia il cane è molto caratteristico. Lo si definisce “a binario” perchè si possono notare in ciascun colpo un doppio segno che si pone esternamente al segno stesso. Ricorda dunque un binario.
Dopo una decina di minuti se si passa con le dita sulle natiche si sentono meravigliosi rigonfiamenti.
La durata dei segni è del tutto soggettiva e questa è regola per tutti i segni di tutti gli strumenti. Capillari, struttura della pelle, condizioni di fluidità del sangue, stato di salute, influiscono in modo del tutto soggettivo.
In alcuni seminari che ho tenuto sulle tecniche di flagellazione, ho spiegato bene come si usa il cane, come deve viaggiare il braccio, come tenere il polso, come deve essere posizionato il corpo di chi amministra il cane, la torsione del busto, la posizione dei piedi e il loro movimento, i colpi di dritto e di rovescio, l’utilità di usare sempre anche i colpi di rovescio ed altro.
Tutto finalizzato a far si che i colpi arrivino con la intensità voluta e nel punto desiderato. E’ spettacolo ben triste vedere talvolta il cane nelle mani di maldestre persone che finiscono per rovinare una parte sola delle natiche o di far scivolare i colpi lungo le reni o imprimere una forza molto debole nel vano tentativo di dirigere il cane nel posto voluto.
Allenamento come per tutte le discipline e quella della amministrazione del cane è vera disciplina.
Non mi vergogno nel dire di avere quasi distrutto cuscini a forza di batterli. Ho anche “brevettato” un sistema di controllo mediante uso della vecchia ed ormai introvabile carta copiativa per sapere a quanta distanza rispetto il punto cui miravo, il colpo effettivamente cadeva.
Di quanto sopra non tento di spiegare nulla qui perchè a parole è impresa del tutto impossibile.
Sapere usare bene il cane è qualcosa che soddisfa l’occhio di chi guarda ed anche le natiche di chi subisce.
Il cane si può rovinare soprattutto se sta fermo ed inoperoso. Il primo acciacco è quello che la curvatura del c.d. manico si può aprire e non essere più come all’inizio e cioè come il manico di un ombrello. Per evitare ciò è consigliabile conservare il cane mettendo un elastico grosso che lo tenga piegato.
Il secondo acciacco può essere che diventi storto, si incurvi, soprattutto se mal riposto. Niente di grave. Un paio d’ore in vasca da bagno con acqua fredda e poi messo ad asciugare appendendolo con un peso alla sua estremità. Non sostenerlo per il manico bensì fissandolo ad un palo / sostegno nel punto dove lo si impugna usando una legatura oppure una pinza (per es tipo quelle che usavano i fotografi per appendere i negativi). Un paio di giorni in trazione e il cane torna bello dritto.