Come scrivere un annuncio per trovare una schiava o una Padrona

Di recente leggevo di chi cercava consigli sul modo migliore per scrivere un annuncio.
Prevale in ogni caso l’ opinione che con le inserzioni si cucca poco.
Lo dicono gli schiavi sempre molto bersagliati dalle prodomme.
Lo dicono i Padroni che non ricevono risposte ai loro appelli.
Lo dicono le schiave che ricevono 500 risposte ma stringi stringi … !
Lo dicono le coppie spesso in cerca di chimere e – come dice il poeta – che ci siano ciascun lo dice ma dove sian nessun lo sa.
Senza tanti giri di parole ed in estrema sincerità io ritengo fondate queste opinioni.
Risultati statisticamente poco brillanti.
La statistica però evidenzia solo il problema e non individua le cause. Ossia le responsabilità.
E la statistica ha un grosso limite che è quello di dire molto semplicisticamente che gli italiani mangiano mezzo pollo a testa. Un dato che mi dice poco o nulla se è vero che c’è chi si abbuffa e chi muore di fame.
E se cerchiamo di indagare le cause saltano fuori cose molto, ma molto interessanti. Sempre per chi ha voglia di capire, approfondire, progredire. E non semplicemente schiacciare un bottone per avere una pizza precotta.
Che sia, come diceva qualcuno, una questione di “trucchetti letterari”, trucchetti che una volta scoperti, magari per merito di qualche esperto o dello stesso Fulvio, possono poi portare a magici risultati??
Va detto che l’idea di un vademecum in grado di illuminare i meno esperti nello scrivere inserzioni è molto comune. Gli stessi fondatori del sito Gabbia hanno fatto, a suo tempo, una pagina di consigli che, chi mette una inserzione, è invitato a consultare. La pagina è lì, mai tolta, ma non so quanto utile.
Io temo che le cause stiamo molto a monte e siano ben profonde. Un vademecum le sfiora appena. Non questioni di trucchetti letterari o di tecniche, neppure di approcci o stili, ma addirittura di modo di essere di una persona che scrive e scrivendo trasmette inevitabilmente un qualcosa. Qualcosa che attrae o qualcosa che respinge. Parliamo del profondo ossia di inconscio di colui che scrive e che dialoga con l’inconscio di colui che legge.
Ritornerò tra pochissimo su questo punto basilare della trasmissione.
Prima però un cenno a cose buffe. Un po’ di ironia in un mio intervento nel Blog “Inserzioni sadomaso con perle”.
Ed ancora altre cose buffe, esilaranti, quasi incredibili, e che già danno un primo segno di come sia la mente di molti che si mettono a scrivere un annuncio e poi pretendono un risultato. Ma ne hanno diritto?
Chiunque può fare un collage prendendo pezzi da inserzioni pubblicate. A suo tempo ho fatto questo che già avevo inserito in un post del forum e nessuno osò commentarlo.
”Sono uno achiavetto – uomo di 47 anna – amante del serilismo – vorrei essere domanito – sotto la sua giuda – per dilatazioni alali, – o altre patriche – umiliazione spicologica – e allungamento geniali – se realmente esiti contattami – cerco una schiavo – no schiave da spicologo – solo donne bioloche – di altissimo livello sulturale – per frequantazione cicilica”
Cosa mi dice questo buffo collage volutamente breve? A me dice molto perchè la spiegazione non può essere quella che a tutti può capitare di battere male sulla tastiera. A tutti capita e a me per primo. Alla tastiera sono una frana. Ma poi rileggo. Se è un testo che mi interessa lo rileggo 2 o anche 10 volte. Questo testo che stai leggendo in questo momento ha avuto di certo almeno una cinquantina di riletture.
Se viceversa ciò che scrivo è di scarsa rilevanza o mi interessa ben poco, premo subito il tasto “invio”.
Dunque ammetto gli errori dovuti a scarsa scolarità, ma non questi di disattenzione.
O meglio a me, Fulvio Brumatti, non cambia nulla se un inserzionista scrive “donne bioloche” al
posto di “donne biologiche”, ma cambia per chi legge l’inserzione e capisce – forse anche solo a livello inconscio – che chi ha scritto è persona che ha dedicato 2 minuti e 30 secondi per scrivere l’annuncio e non ha voluto spendere 1 altro minuto ancora per quella ricerca. Che affidamento può dare una persona così? Nessuno. E questo dovrebbe essere un Padrone che dedica attenzione, tempo, interesse ad una schiava se già al momento della ricerca ha il minuto contato?
Ed ecco che qui già collezioniamo un certo numero di insoddisfatti perchè nessuno di questi riceverà risposta alcuna. La statistica li annovererà tra i delusi, ma non ci dice cosa sta dietro a questo insuccesso.
Ovviamente qui siamo solo all’inizio del nostro discorso che ora si addentra per impervie vie.
Finora abbiamo parlato di forma e ora parliamo di contenuti.
I contenuti di una inserzione riflettono la conoscenza che una persona ha del BDSM ed anche la concezione che una persona ha del BDSM.
Se una persona che si professa Padrone è approdata al mondo BDSM da pochissimo e pochissimo ha letto e pochissimo sa, ha diritto di trovare una schiava?
Io dico di no.
Ha diritto di trovare una amica con cui iniziare un percorso che è cosa ben diversa dal cercare una schiava.
Se uno ha fatto le prime 10 lezioni di tennis e vuole iscriversi ad un torneo regionale, non può protestare se gli organizzatori lo mandano al diavolo. Qui nessun organizzatore lo manda al diavolo, ma sono le schiave che lo fanno non dandogli retta alcuna.
E se uno ha una concezione distorta del BDSM ha diritto di trovare una schiava?
Io dico di no.
E per distorta intendo … beh leggi la nota 1 e capirai cosa intendo per “distorto”
Per non appesantire il ragionamento ho messo, appunto, nelle note una serie di frasi tratte a caso dalle inserzioni di questo sito. Sono piccoli capolavori di pressapochismo e/o di ignoranza.
Persone che usano le parole come clave senza sapere minimamente i loro significati (il termine sadomaso che non si capisce cosa comprenda o non comprenda)
Persone che non hanno neppure vaga cognizione di tecniche (si parla di sospensioni per ore).
Persone che fanno uso et abuso di termini generici (soft, ragionevole, sensato)
Persone che continuano a usare il termine violenza, che parlano di segni permanenti.
Persone farneticanti che parlano dell’anima. Non perchè l’anima non esista ma perchè non centra con il BDSM.
Persone che cercano cose impegnativissime come un 24/7 ma poi si preoccupano solo che la persona abbia l’auto o precisano che daranno vitto e alloggio.
Insomma frasi che paiono quelle di sprovveduti dilettanti allo sbaraglio.
Anche questi non riceveranno risposta alcuna e anche questi andranno a ingrossare, a pieno diritto, la statistica degli scontenti.
Forma, contenuto. E cosa ancora?
Resta da esaminare ancora la parte più importante. Quella a cui forse pochi pensano. E’ di certo la più difficile da essere compresa e non so quanto il mio discorso qui sarà chiaro per tutti. Né – lo confesso – lo voglio a tutti i costi.
Cos’è una inserzione se non una forma di comunicazione.
Cos’è il rapporto BDSM se non una forma di comunicazione?
Se una persona non ha metabolizzato il concetto del BDSM come rapporto, relazione e quindi comunicazione, sarà molto difficile che rifletta questo nello scrivere una inserzione. Egli resterà il monolite Dominante che dice cosa cerca e di questo ne fa il centro del suo testo. Attorno ruoteranno frasi di contorno, vaghe, fumose o anche vuotamente roboanti.
Quello che clamorosamente manca è Lui. Non come descrizione di peso/altezza/età e poco altro ma come persona. Manca ”la P-e-r-s-o-n-a.”
Come si fa a vedere un rapporto (che è a due) se da subito uno dei 2 manca. Inesistente.
Spesso è il timore di mettersi troppo in gioco, la paura di essere troppo “democratici” ossia poco autoritari, la voglia di mostrarsi da subito forti, decisi ed autoritari.
Autorità, no grazie. Autorevolezza, sì tanta!!
Emerge qui la figura del Master che cerca una schiava perchè cercare una donna vorrebbe dire confrontarsi con lei mentre trovare una schiava con una inserzione può voler dire semplicemente scrivere un testo e poi aspettare che una dica “sì, Padrone, sono la tua schiava”.
In altre parole emerge qui lo spettro, spesso evocato, di un BDSM come scorciatoia per fare sesso o trovare una compagna senza fare troppa fatica. Una inserzione, un “sì! e i giochi sono fatti.
Ragionamenti che ora qui occupano righe e richiedono sforzo intellettivo per essere seguiti, ma che una donna – animale istintuale – annusa senza neppure accorgersene. Annusa e … scarta.
Come i creativi pubblicitari insegnano, le scelte di un prodotto o l’altro (e qui un Padrone è simile ad un prodotto che viene reclamizzato in un negozio) sono fatte in base a elementi inconsci.
Una schiava legge una, dieci, cento inserzioni e la sua scelta è fatta basandosi su elementi razionali (età, regione, tipologia di pratiche ecc ) ma poi, a parità di elementi razionali, la scelta avviene su piani molto più sottili. Nel campo BDSM di certo sul piano della fiducia, trasparenza, coraggio e capacità di mettersi in discussione senza perdere di autorevolezza, capacità di apparire psicologicamente senza trincerarsi dietro improbabili ordini di “vieni qui e svuotami i coglioni”, conoscenza, capacità di entrare in rapporto con un’altra persona capendone la struttura psicologica e i suoi obiettivi.
Tutto questo non è poco, ma è tutto necessario. Manca? E allora il fallimento è assicurato.
Una schiava cerca una Persona con una sua precisa identità, identità composta da tanti piccoli elementi. Se questi elementi non ci sono la fotografia sarà inevitabilmente sfuocata. E per fortuna la scelta cadrà da qualche altra parte. Sì, perchè non si può dimenticare che la scelta da qualche parte, prima o poi viene fatta. E le persone Master che con le inserzioni cuccano eccome, ci sono.
Una donna non ragiona mai “basta che respiri”. Può attendere settimane, mesi, anni stando nell’ombra senza farsi vedere. Nel frattempo vede, ride, ironizza, compiange, si dispera, ma prima o poi quello giusto arriva. Arriva la Persona.
Mentre le altre comparse piene di sé, ma vuote di conoscenze, vuote di personalità, vuote di capacità di creare una relazione bi-univoca finiranno anche loro nella percentuale degli scontenti.
Si è qui parlato quasi esclusivamente delle inserzioni dei Master che è categoria numerosa e che fa anche “opinione”.
Ma anche gli schiavi hanno i loro bei problemi e non solo perchè le prodomme sono tante e li assillano. Quando si sentono le proteste che esse sono tante, come non condividerle? Ma come non pensare anche che se sono tante vuol dire che tanti (schiavi) da esse vanno o sono andati.
La tematica è però qui altra.
Traspare nelle inserzioni degli schiavi una grande voglia non sempre sostenuta da una altrettanto determinazione. So bene che tutti gli schiavi dissentiranno professando la loro incondizionata volontà di essere tali. Ma come credere loro se poi all’atto pratico non è così?
La categoria degli schiavi paga uno scotto pesantissimo di scarsa credibilità. Troppi coloro che non sono capaci di rendersi conto di ciò che scrivono o che scrivono in un momento di particolare eccitazione cose che poi non sono in grado di mantenere.
Una osservazione fatta da numerose Padrone non prodomme riguarda proprio il fatto che una volta avuto di fronte lo schiavo prescelto, egli è decisamente diverso da come si poteva intuire dalla inserzione. Diverso fisicamente e psicologicamente. Con tanta meno disponibilità e attenzione rispetto ciò che aveva fatto intuire. Con tanto egoismo in più, un egoismo mascherato da (apparente) annullamento della propria persona. Quell’egoismo che poi emerge non solo nel cercare di dettare le regole di cosa si fa o non si fa, ma che finisce per trasformare la Padrona in una figura svuotata della sua essenza.
Questo cosa vuol dire? Che anche per gli schiavi manca la capacità di descrivere obiettivamente la propria persona. Ma il problema non è questo. Questo è solo il riflesso del non avere chiaro cosa sono, cosa possono realmente dare, cosa una Padrona non prodomme si aspetta da uno schiavo.

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