Una statistica fatta in Inghilterra alcuni anni fa’ parlava che il 55% delle persone sottomesse praticava le autopunizioni. Non avevo trovato precisazioni sul campione analizzato e men che meno se quel dato si riferiva a atti sporadici o a pratiche continuative. Prendiamo dunque questo dato per puramente indicativo e cioè che una grande fetta della popolazione sottomessa sperimenta o pratica su se stessi. Questo fatto solitario è più che naturale così come l’atto solitario della masturbazione.
Storicamente l’autopunizione affonda le sue origini nelle autoflagellazioni di tipo religioso o nella pratica del cilicio (giro di corde intrecciate a spine che le suore si mettevano attorno al petto per mortificare il seno)) di consuetudine monastica e in altre mortificazioni meno appariscenti.
Sulle autoflagellazioni diffusissime nel medio evo e in minima parte ancora oggi ci si potrebbe intrattenere a lungo, ma andremmo fuori tema.
Se è vero che le varie forme di esaltazione religiosa (acuita da miti di castità forzate) porta alle autopunizioni di cui sopra, quelle in campo SM hanno varie forme ed origini.
Per amore di schematismo potremmo riassumere in 3 le forme e motivazioni delle autopunizioni in campo SM.
A – lo schiavo/a che non ha ancora trovato il partner dominante si consola surrogandosi al padrone/a infliggendosi una serie di punizioni. Spesso si tratta di persone giovani, ai primi approcci a BDSM e le autopunizioni sono legate alla masturbazione. Possono essere un modo per eccitarsi oppure nel momento della eccitazione le fantasie portano a voglie di sentire dolore. In altri casi la motivazione vera è l’allenamento. Uno vuole sperimentare su di sé e provare e riprovare alcune torture per poi essere in grado di sopportarle bene, una volta trovata la persona dominante. Per questo tipo di persone l’infliggersi delle piccole o grandi torture è qualcosa di transitorio e surrogatorio al vero rapporto di sottomissione con una persona. B – lo schiavo/a ha una componente masochistica molto forte. L’interesse ad eseguire ordini, a subire umiliazioni è del tutto assente. La voglia di sentire dolore è invece estremamente forte. La ricerca di un padrone /a in questi casi risulta difficile oppure non viene neppure presa in considerazione. Se viene presa in considerazione è solo per trovare una persona che con mano ferma esegua i desideri dello schiavo masochista. E per questo motivo non è semplice trovare un Master o una Mistress che si limiti ad eseguire. Molte ricerche tramite inserzioni sadomaso ( e non solo tramite inserzioni) non vanno a buon fine perché lo schiavo più che esporre i suoi limiti, manifesta tutta una serie di esigenze / richieste e la persona Dominante si sente defraudata del suo potere di decidere, scegliere, gestire, il cosa fare e il come fare. E tutto si conclude con una battuta del Dominante :“sticazzi di schiavi/e che vogliono sempre comandare”. Dunque il rifiuto di calarsi nel ruolo di persona sottomessa abbinato al forte masochismo determina che i’autotortura sia pratica necessaria e appagante per questo tipo di persone. La masturbazione finale è scontata. C – L’autotortura è un gioco a distanza tra due partner. In questo caso chi pratica su se stesso non decide il cosa fare ma esegue solo degli ordini. Però la mano è la sua e questo rende tutto molto difficile perché poi la persona sottomessa deve riferire su cosa ha fatto e come ha fatto. I due partenr possono essere persone che si conoscono via web e usano una video chat. Oppure due partner che hanno l’abitudine di incontrarsi e praticare ma nelle more degli incontri, il gioco prosegue perché il Dominante dà degli ordini alla persona sottomessa. “mettiti due mollette ai capezzoli e tieni per 10 minuti” –“fai la pipì in un bicchiere e bevi un sorso”- “ esci di casa e vai al lavoro senza mutandine” ecc ecc: Anche una coppia che vive insieme può fare giochi a distanza per es. quando lui dal lavoro ordina a lei che è a casa di fare una determinata cosa. Anzi meglio se anche lei è al lavoro e quindi deve sommare alla punizione che si deve infliggere anche la difficoltà di fare ciò nel luogo di lavoro. Il bello di questo gioco è se chi deve autopunirsi dice sempre la verità. Se non ha eseguito o ha eseguito male, lo deve dire e sarà occasione per il Dominante per forti reprimende e alla prima occasione utile per un supplemento di punizione ben motivato. Gli ordini da eseguire possono arrivare via mail o via sms. Freddi, impersonali. Ordini da seguire e sui quali poi fare una dettagliata relazione al Dominante. Queste le possibili motivazioni che portano una persona ad autotorturarsi. Facendo cosa?? La gamma è più che aperta ma le pratiche più usuali sono quelle che tecnicamente sono possibili da fare su se stessi. Facciamo alcuni esempi ricavati da molte centinaia di testimonianze ricevute.. Le mollette sui capezzoli o le mollette sui genitali (nel maschio attaccandole alla pelle dello scroto, sull’asta e anche sul prepuzio compreso il sensibile filetto. Nella donna sulle grandi e piccole labbra e sul clitoride) E’ la autotortura più usata perché la più semplice da eseguire. I pesi. Questi vengono attaccati alle mollette o meglio alle clamps metalliche fatte appositamente per poterci appendere anche dei pesi. La colatura della cera. Semplice, efficace. Dove? Ovunque ma prediligendo le zone sessuali. Gocce di cera sul glande, gocce di cera sul clitoride sono iniezioni di adrenalina pura. Aghi. Serve molta determinazione perché non è facile avere la forza per bucarsi la pelle da soli. Dove? In tutte le zone non pericolose cioè quelle molto vascolarizzate. Spesso si sente di schiavi con voglie di trafiggersi le palle oppure l’asta oppure il glande. Follie pure. Ma la pelle dello scroto in un punto senza vene è invece zona pervia. Il clistere erotico o punitivo. Solo per chi ama i giochi clinical e vede nel clistere non un rimedio per una improvvisa stitichezza, ma un gioco SM. Sono numerose le persone che si autosomministrano un abbondante clistere eccitandosi fortemente e masturbandosi mentre ormai la pancia è piena e gorgogliante. La auto fustigazione. Pratica piuttosto rara. Anche qui serve una grande determinazione. Le puntine. Soprattutto quelle a 3 piccole punte che si trovano in cancelleria. Vengono disposte in buon numero su una sedia, sgabello, panca e la persona si siede sopra lasciando che tutto il peso gravi sui glutei. Talvolta vengono disposte sulla superficie di un tavolo e la persona si china a 90 gradi con il busto sopra le puntine. Il peso della parte superiore del corpo deve gravare per intero sulle puntine che vanno a conficcarsi nel petto o nel seno. Stiramento dei genitali maschili. Molto frequente perché efficace e semplice da farsi. Un nodo scorsoio alla base delle palle e la corda (di giusta dimensione per non tagliare la pelle) termina all’altezza delle ginocchia con un cappio dove, tramite ganci, si appendono dei pesi. Da pochi etti a qualche kilo a seconda della soggettiva robustezza delle palle.
Elettricità tramite mini tens. In campo SM non si usa elettricità se non quella generata da apparecchi a batteria nati per uso SM o gli apparecchi per la ginnastica passiva (minitens). I due elettrodi vengono posizionati generalmente nell’area genitale. Per l’uomo, uno alla base dell’asta e l’altro sul glande oppure sempre sull’asta. Nella donna gli elettrodi vanno spesso uno all’ingresso della vagina e l’altro sul clitoride oppure sulle grandi labbra, uno per parte. Efficaci solo quelli che hanno la regolazione di intensità e di frequenza.