Capezzoli torturati

Trattenendola per i capelli, inizio’ a masturbarsi sul volto di Gianna. Claudio sorrideva dell’umiliazione che la sua vittima stava subendo da quel giovanissimo. – Vacca, – disse a Gianna, – voglio che guardi Davide negli occhi mentre ti riempie la faccia di sborra.
Infine, Davide spinse di nuovo la testa di Gianna indietro, si prese il membro in mano per dirigerlo, e inizio’ a schizzarle in faccia. Gianna, secondo il volere di Claudio, guardava il ragazzo negli occhi, attraverso le lacrime. Claudio schizzo’ una grande quantita’ di sperma sulle labbra, sulle guance, e persino sul naso di Gianna, e diresse altri abbondanti schizzi sui seni nudi e legati della ragazza.
Quando Davide ebbe concluso, Claudio fece alzare Gianna nuovamente in piedi. – Puliscigli l’uccello con la fica, – le ordino’. Costrinse Gianna a girarsi di spalle verso Davide, e a chinarsi come prima, massaggiandogli nuovamente il membro con la vagina nuda. Lascio’ che lei lo ripulisse in quel modo umiliante per alcuni minuti.
- Per oggi, penso che possa bastarti, Davide, – disse quindi Claudio. – La prossima volta che vieni a lezione da lei, telefonami, – continuo’, porgendo al giovane un bigliettino con il suo numero, – e ti diro’ cosa potrai fare con questa vacca. Se Gianna cercasse di smettere di darti ripetizioni, o si rifiutasse di fare qualcosa di quanto hai concordato con me, e’ sufficiente che mi avverti, pensero’ io a farla rigare dritto.
- D’accordo, – disse Davide. Guardo’ la ragazza seminuda, e disse: – alla prossima, vacca. – Quindi, riprese la sua roba. Claudio slego’ le mani di Gianna e le ordino’ di accompagnare Davide alla porta, senza rivestirsi. La ragazza obbedi’. Claudio li segui’ alla porta.
- Ora, Gianna, apri la porta. Non ti nascondere. Voglio che i tuoi vicini possano vederti nuda se stanno guardando dallo spioncino o escono in questo momento di casa.
Gianna, tremando, apri’ la porta. Davide si reco’ all’ascensore, e lo chiamo’. Gianna, che era ovviamente sulle spine, fece per rientrare in casa, ma Claudio la fermo’, prendendola per la gruccia, e quindi per i capezzoli. – Aspetta che sia andato.
Gianna dovette attendere che arrivasse l’ascensore. Temeva che il suo vicino di casa di fronte, che aveva un debole per lei, avesse l’abitudine di stare a guardare dallo spioncino quando sentiva del movimento sul pianerottolo. Nuda, legata, imbarazzata, spero’ che nessuno la stesse vedendo. Finalmente, arrivo’ l’ascensore. Claudio saluto’ Davide ad alta voce e, tirando con forza sui capezzoli di Gianna, la costrinse a fare lo stesso. Quindi, le concesse di chiudere la porta e rientrare in casa.

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