Voglio sentirle dire che vuole il mio cazzo. Anzi, mi dica che e’ una vacca da monta e ha bisogno di essere riempita di sperma. Gianna piangeva. Non poteva dire quelle cose… – La prego… – singhiozzo’. - Vuoi che mi sfili la cintura, e la faccia assaggiare a questo bel culone? – disse lui. – O forse preferisce sentire la cinghia sulla fica? - N… no professore la prego… Franchi non rispose, aspettando. Gianna si morse le labbra, chiuse gli occhi. – Sono… sono una vacca da monta… – singhiozzo’, – ho… bisogno di essere riempita di sperma… professore… - Lo immaginavo, – disse Franchi, – la frusta e’ l’unico linguaggio che le vacche come lei capiscono. Si slaccio’ i pantaloni con calma. Gianna senti’ il rumore della zip e rimase in attesa, piangendo in silenzio. Franchi appoggio’ il membro, duro e gonfio, sulla vagina aperta della studentessa. Il glande si fece strada fra le grandi labbra. Gianna gemette, sentendo le dimensioni notevoli del membro che stava per violentarla. Il Franchi le afferro’ le natiche carnose e spinse lentamente, introducendosi dentro di lei. Lo spinse in profondita’, e si fermo’, schiaffeggiando le natiche della sua vittima. – Mi faccia sentire come lo vuole. Mi masturbi con la fica. Gianna ormai era disperata, e in potere di quell’uomo odioso. Strinse il membro di Franchi nella vagina, e fece ondeggiare i fianchi, facendolo scivolare avanti e indietro dentro di lei. Il Franchi la teneva saldamente per le natiche, gemendo per il piacere che la giovane vagina di Gianna gli procurava. Inizio’ a muovere le anche, fottendola con vigore. Gianna sentiva il membro del Franchi penetrarla a fondo, e i seni nudi che strisciavano sulla scrivania a ogni spinta. Quello che le stava accadendo sembrava un terribile incubo, ma tutto cio’ che poteva fare era piangere sommessamente e prendere il membro del Franchi obbediente. Dopo un tempo che le parve interminabile, senti’ che Franchi si avvicinava all’orgasmo. L’uomo diede due ulteriori spinte, e poi lo sfilo’. Ansimando, l’uomo inizio’ a venire, schizzando abbondantemente sulla fica ancora aperta di Gianna. La ragazza senti’ i fiotti di seme caldo che le bagnavano la grandi labbra e l’interno della vagina, colandole giu’ per le cosce nude. L’uomo schizzo’ ripetutamente, quindi si avvicino’ alla scrivania e la afferro’ per i capelli, facendole volgere il viso verso di lui. - Me lo pulisca con cura, con la lingua, – le intimo’. Gianna, senza osare fiatare, inizio’ a leccare il membro ancora turgido del Franchi. L’uomo sorrise soddisfatto guardando l’attraente studentessa che usava la lingua sul suo membro, ripulendolo con cura. Istintivamente, Gianna porto’ una mano al proprio sesso per fermare il seme che le stava colando giu’ per le cosce, ma lui la fermo’ con una violenta pacca sul culo nudo. – Ferma, vacca. Le vacche non si vergognano a essere sporche di sborra. L’uomo si ricompose, richiudendosi la patta. – Si alzi, si rimetta mutandine e pantaloni, e se ne vada, signorina, – le disse, freddamente. – Avvertiro’ il professor Mariani che si e’ meritata quel voto di cui ha tanto bisogno. Gianna si tiro’ su, asciugandosi le lacrime col dorso della mano. Senza osare ripulirsi, indosso’ le mutandine e i jeans, rimise i seni nelle coppe del reggiseno, e si riallaccio’ la camicetta. Il Franchi non la guardava neppure piu’; si era seduto alla sua scrivania e stava leggendo qualche sua carta. Ignoro’ completamente la ragazza piangente. Gianna fini’ di vestirsi. - Mi ringrazi per quello che ha avuto e vada, – disse Franchi. - Grazie, professore… – mormoro’ lei. - Non voglio un generico grazie. Mi ringrazi per quello che ha avuto nella fica e sulla fica. E usi le parole giuste, non termini da educanda. Potrei ancora ripensarci. Gianna arrossi’, asciugandosi nuovamente le lacrime. – Grazie… per avermi dato… il suo cazzo… e la sua sborra… Si sentiva degradata come la peggiore delle prostitute. Franchi fece un ghigno, e un cenno con la mano per dire che andava bene. Gianna prese la sua borsa e si avvio’ fuori dall’ufficio