Educazione Inglese

Un castigo diffuso

Parecchia gente si chiede se molti ragazzi sono ancora puniti con la frusta all’età di diciotto anni. Per ciò che mi riguarda, ho ventiquattro anni passati e frequento ancora l’università. Mio padre è morto, e vivo solo con mia madre. Che mi ha educato molto severamente, e che spesso usa punizioni corporali. Da piccolo mi sculacciava a mani nude, poi è venuta l’epoca della frusta. Da quando ho sedici anni, mi ha punito spesso con una dolorosa bacchetta di giunco, che le mie natiche temono enormemente. Per le mancanze più lievi, però, mi capita ancora di ricevere una semplice sculacciata manuale sul didietro nudo, o dei colpi di frusta.

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Certamente, mi sento umiliato a dovermi abbassare le mutande ed essere frustato così spesso alla mia età, ma approvo completamente queste punizioni e non mi verrebbe neppure l’idea di ribellarmi.

L’ultima correzione che ho ricevuto risale all’altro ieri, e ne conservo ancora i segni sul sedere. Occorre dire che la punizione è stata particolarmente rigorosa.  All’osservazione di mia madre che avrei dovuto studiare di più per il mio prossimo esame, avevo reagito con un gesto di stizza e l’avevo praticamente ignorata; per questo mi aveva annunciato che mi avrebbe punito la sera stessa.  Senza farci troppo caso, me ne ero uscito per andare all’università a vedere come era andato l’ultimo esame che avevo fatto.  Solo un venti, molto al di sotto della media del 27 richiesta da mia madre.  Per questo, ha deciso di darmi una doppia correzione: la frusta seguita dalla bacchetta.  Alle otto dell’altro ieri sera mi sono perciò presentato in camera sua. Sul suo letto c’erano la frusta e la sottile bacchetta di bambù che le mie natiche conoscono già assai bene.

Dopo avermi propinato un sermone di cinque minuti, mi ha ordinato di spogliarmi nudo. Ho obbedito, e mentre mi denudavo andavo piegando accuratamente i miei vestiti e riponedoli sul letto, così come devo fare ogni volta che vengo frustato.  Poi mi ha ordinato di piegarmi in avanti, per presentare bene le mie natiche nude. Quindi la punizione è cominciata.

Da me e anche da tuo padre!
Da me e anche da tuo padre!

Ho dovuto ricevere una buona ventina di frustrate e, poiché gridavo, mia madre mi ha obbligato a mettermi in ginocchio e scusarmi. Quindi ho dovuto rimettermi in posizione per ricevere dodici dolorosissimi colpi di bacchetta sul mio didietro già ben striato dalla frusta. Mentre mi bastonava, il dolore si è fatto così forte che ho avuto la disgraziata idea di proteggermi le natiche con le mani. Di nuovo, mia madre mi ha fatto inginocchiare, e mi ha schiaffeggiato a tre riprese. Quando la punizione è stata terminata, e sono stato finalmente autorizzato a sfregarmi le chiappe, ero in lacrime e giuravo a mia madre, come un ragazzino, che non lo avrei fatto più. Mi ha concesso di andare a stendermi in camera mia ma, come ogni volta che vengo punito, ho dovuto saltare la cena. Adesso, a due giorni di distanza, ho ancora i segni viola della bacchetta e della frusta sul mio didietro. Posso garantire che dopo una correzione simile, compio sforzi sovrumani per non non meritarne un’altra. Ma, ahimè, so bene arriverà inevitabilmente.

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