– C’è odore di carne di porco arrosto, – disse lui, infine, estraendo
la sigaretta spenta e deponendola in un posacenere.
– Perché mi fa queste cose? – piangeva Gianna, disperata.
– Non senti anche tu odore di carne di porco arrosto? Dillo avanti. -
Le rifilò una nuova pacca sulle natiche. – Sì, signore, – disse
Gianna, – c’è… odore… di porco arrosto… – L’uomo annuì,
tornando a massaggiarle la vagina nuda. – Dì meglio: di porcellina, -
ordinò. – C’è odore di porcellina arrosto… – disse Gianna,
scoppiando in singhiozzi. – Mi lasci andare… la supplico… non ce
la faccio più… la prego…
– Sei proprio una puttana, – le disse lui, fottendola lentamente con
le dita. – Te ne stai qui, ti fai sculacciare, con la fica aperta. -
Introdusse un terzo dito nella calda fessura, continuando a penetrarla
lentamente. – Non hai ancora finito di dimostrare a te stessa che
maialina sei. Ora devi alzarti e scoprirti le poppe. – Così dicendo,
sfilò le dita dalla vagina della fanciulla.
Gianna si alzò; aveva il volto bagnato di lacrime. Romano le fece
cenno che non era autorizzata ad abbassarsi la gonna. Iniziò a
slacciarsi la camicetta, mentre lui la osservava. – Toglila, – le
disse Romano. Lei si sfilò la camicetta.
– Ora sdraiati sul divano, – le ordinò, – e metti le mani dietro la
schiena.
Gianna, cercando di asciugarsi le lacrime, obbedì, sdraiandosi supina
sul divano. Il vecchio le si avvicinò, e si sedette a cavalcioni su di
lei. – Se tiri fuori le mani anche una sola volta, per difenderti, -
le disse, – mi costringerai a legarti. E quando sarai legata avrò
voglia di farti molte cose brutte, peggiori di queste. Hai capito? – -
Sì, signore, – disse Gianna. – Ora ti picchierò, – le disse, – e mi
lavorerò le tue poppe. Sculaccerò le tue gonfie poppe. E tu non farai
nulla per impedirmelo. È chiaro, troia? – Gianna annui’ debolmente,
impotente.
Romano sorrise diede una pacca violenta a una delle mammelle di
Gianna, facendola sussultare di dolore. Gianna riversò il capo,
piangendo. L’uomo la fissava con un sorriso crudele. – Voglio che mi
guardi mentre ti sculaccio le poppe, vacca, – le intimo’ lui. Gianna
alzo’ gli occhi pieni di lacrime, obbediente. Romano inizio’ a
colpirle i seni, alternando, con violenza.
– Come sei bella, nuda e indifesa, puttana, – le disse l’uomo; – viene
davvero voglio di scoparti quella bella boccuccia… o forse tu
preferisci il cazzo qui…?