Quando furono nell’ufficio di Franchi, lui chiuse la porta a chiave. Quindi si volse verso Gianna, le si avvicinò, e allungò una mano, lasciando scivolare il dito indice sui seni pieni e morbidi della fanciulla. – Lei sa che io ho gli stessi diritti del professor Mariani, vero? - Si, professore, – rispose lei timidamente, gli occhi gia’ pieni di lacrime. Franchi la guardo’ severamente, e le diede un leggero schiaffo in pieno volto. – Smetta di piangere. Non la sto costringendo; stiamo cercando di venirle incontro. Ora tiri fuori quel grosso paio di tette. Gianna esito’ un istante, poi le sue mani andarono ai bottoni della camicetta, e inizio’ a slacciarla. I suoi grossi seni erano gia’ fuori dal reggiseno; Mariani non le aveva consentito di rimetterli nelle coppe. Franchi sorrise, maneggiando i seni di Gianna con calma. Le sue dita affondavano nella carne morbida; le prese i capezzoli e li tiro’ e ruoto’. – Fidanzata, vacca? - - Si, professore, – rispose ancora lei. - Il suo ragazzo la frusta sulle tette? Gianna arrossi’. – N… no professore… – mormoro’. Franchi sorrise, e le schiaffeggio’ i seni, facendola gemere di sorpresa e dolore. Le mammelle di Gianna sobbalzarono per lo schiaffo, mentre una grossa lacrima le rigava la guancia. - Se solo lo volessi, potrei sfilarmi la cintura e frustarle queste grosse tette da vacca per tutto il pomeriggio. Si opporrebbe? Gianna non sapeva cosa rispondere. – No… professore… – mormoro’ infine. - Quindi, se vuole evitarlo, le consiglio di fare la brava bambina e non creare problemi. Si slacci i pantaloni. Obbediente, Gianna si slaccio’ i jeans, mostrando le mutandine di pizzo bianco agli occhi viziosi dell’assistente. Franchi annui’ e la condusse accanto alla sua scrivania. Le abbassò i jeans fino alle ginocchia, scoprendole le cosce. La fece appoggiare alla scrivania e le allargo’ le cosce. Gianna arrossi’ fra le lacrime e abbasso’ lo sguardo, ma Franchi la colpi’ con un nuovo ceffone sui seni nudi. – Voglio che lei mi guardi, signorina. - Si… professore… mi scusi… – mormoro’ lei debolmente, alzando gli occhi. Franchi la fisso’ con un ghigno divertito, mentre la sua mano si spostava tra le cosce di Gianna, e lentamente prendeva ad accarezzarle la fessura attraverso le mutandine, col palmo della mano. Gianna aveva le gambe spalancate, e la fessura aperta era deliziosa al tatto. Franchi le si avvicino’ di piu’. – Mi dia la lingua, – sibilo’, avvicinandosi per baciarla. Gianna tento’ un debole – la prego… -, ma un nuovo ceffone sulle mammelle nude vinse le sue esitazioni. Rispose al bacio del disgustoso assistente, offrendogli la lingua, mentre la mano di lui palpava il suo sesso lentamente. – Lei ha una bella bocca, – disse il Franchi, – sono certo che lo succhia molto bene. Ma io sono piu’ interessato alla sua fica. Gianna senti’ che il Franchi le stava scostando il cavallo delle mutandine. Senti’ la mano di lui sulla propria vagina nuda… senti’ che le dita del Franchi la penetravano lentamente. L’uomo sogghigno’, fissandola negli occhi mentre infilava il dito indice e il medio nella fessura di Gianna. – Le piace, vero? – le disse lui. Gianna sapeva di doverlo compiacere. Con gli occhi gonfi di lacrime, annui’ debolmente, mentre le dita del Franchi si spingevano piu’ a fondo. – S… si… – mormoro’, suo malgrado. Lui le colpi’ ancora i seni, con la mano libera. – Quando si rivolge a me, mi chiami”professore” o “professor Franchi”, puttana. - Si… professor Franchi…. mi scusi… – mormoro’ lei. Lui annui’ compiaciuto, e si ritrasse. – Si volti si pieghi sulla scrivania, vacca. Gianna si volse verso la scrivania di Franchi, e si piego’, appoggiando il busto sulla superficie. In questo modo, offriva il culo nudo all’uomo. Franchi sorrise, osservando le generose forme della ragazza. Il fondoschiena di Gianna, rotondo e pieno, non era sproporzionato rispetto ai suoi grossi seni. Franchi lo palpo’ con calma, colpendolo piu’ volte con leggeri schiaffi, ai quali Gianna rispondeva con deboli gemiti. - Lei ha un bel culone da vacca, – le disse. – Agli uomini piace sculacciarla come una maialina, vero? – La colpi’ ancora, ripetutamente, con forza crescente. La carne giovane di Gianna sobbalzava a ogni sculacciata. – S… si… professor Franchi – mormoro’ lei. Lui si chino’, e le abbasso’ pantaloni e mutandine fino alle caviglie, sfilandoglieli. Quindi le fece capire, con una serie di schiaffi all’interno delle cosce, di aprirsi di piu’. Gianna singhiozzava disperata, i seni nudi schiacciati contro la scrivania, la vagina e le natiche a disposizione del suo tormentatore. La mano di Franchi torno’ a palparle la vagina aperta, da dietro. L’uomo massaggiava le grandi labbra, le infilava le dita dentro, le tirava i peli.