Si scosto’ nuovamente, e prese un’altra manciata di otto mollette. Diversamente dalle altre, queste mollette erano state preparate a coppie, due mollette unite da un forte, corto elastico. Romano prese le grandi labbra di Gianna fra il pollice e l’indice, tirandole brutalmente, e applicandovi una molletta di ciascun paio. Gianna lancio’ un gemito, mordendosi le labbra per sopportare il dolore. Romano quindi applico’ un’altra molletta a ciascun labbro della vagina di Gianna. Dal sesso della ragazza ora pendevano quattro elastici, ciascuno con una molletta ancora inutilizzata all’estremita’. Con calma crudele, Romano applico’ tali mollette ai bordi delle autoreggenti di Gianna, una per una. Gli elastici erano sufficientemente corti e forti da tirare con decisione le grandi labbra di Gianna verso l’esterno. Quando tutte le mollette furono sistemate, Romano colpi’ la fanciulla con una violenta pacca sulle natiche nude. - Spalanca le cosce, adesso, – disse. Gianna obbedi’, allargando le gambe. Le mollette tiravano crudelmente le grandi labbra, e ancora una volta dovette mordersi le labbra per trattenere un lamento. Romano si avvicino’ per osservare quello spettacolo sensuale. Il clitoride di Gianna era completamente scoperto, e lui lo lecco’ con calma, facendola rabbrividire. - Ti sto facendo molto male alla fica, vero? – le chiese, stuzzicandola mentre la leccava. - Si… signore, – pianse lei. Romano sorrise e diede tre violenti pacche sul sesso aperto della ragazza, facendola sussultare per l’improvviso dolore. Quindi, prese nuovamente il righello. Prima di colpirla, si sposto’ accanto al volto della fanciulla, mostrandole l’oggetto. – Ora questo punira’ la tua grassa ficona, puttana, – le disse. – Leccalo per dimostrarmi la tua gratitudine per il dolore che sto per infliggerti. Leccalo con amore troia, meglio di come lecchi il cazzo al tuo fidanzato.