La ragazza saluto’ a sua volta, – buongiorno, signore. – Il Marchi la osservo’ freddamente, per alcuni minuti, lasciando scivolare lo sguardo sulle forme della ragazza. – Avvicinati, – le disse quindi. - Si, signore, – mormoro’ Gianna, avvicinandosi timorosa, fino a fermarsi di fronte all’uomo. Il Marchi allungo’ una mano, portandola sulla coscia di Gianna, iniziando ad accarezzarla. – Ti e’ stato spiegato che non sono abituato a essere disobbedito, vero? – le disse. Il tono dell’uomo era freddo, severo. La ragazza rabbrividi’, sentendo la mano del Marchi risalire lungo la coscia fino a toccarle la pelle nuda sopra l’orlo delle calze. – Si, signore, – rispose. Lui le infilo’ la mano nelle calze, poi torno’ su, lentamente, esplorandola con calma, palpandole le natiche. Gianna non osava muoversi, guardando l’uomo negli occhi grigi e inespressivi. Lui e porto’ la mano fra le cosce di Gianna. La ragazza divarico’ leggermente le gambe quando lui inizio’ ad accarezzarle la vagina attraverso le mutandine. - Ho pagato Carlo per avere una serva bella, obbediente, e giovane, – le disse. Sposto’ ancora la mano, per palparle i seni lentamente. – Ho visto lo spettacolo, ieri sera, – le disse. – Sei veramente molto bella. Girati e mostrami quel grosso culo. - Si, signore, – rispose ancora lei. Si volto’ di spalle, e si sollevo’ il vestito, lentamente. Senza attendere l’ordine, abbasso’ le mutandine fino alle ginocchia. Il Marchi guardo’ compiaciuto le natiche piene e rotonde della ragazza. Le palpo’ e pizzico’, con calma, dandole poi due forti pacche sulle natiche. - Che mestiere fa il tuo fidanzato? – le chiese. Gianna senti’ la mano dell’uomo che si introduceva fra le sue cosce, e le divarico’ docilmente. – Il… programmatore, signore, – mormoro’, mentre lui continuava a toccarla. Il Marchi sorrise. – Capisco, – disse. – Probabilmente guadagna meno del mio giardiniere. Non e’ poi cosi’ strano che la sua promessa sposa in questo momento stia a cosce aperte per farsi toccare la fica da me, non trovi? Gianna arrossi’. – Si… signore… ha ragione… – mormoro’, suo malgrado. - Dammi quelle mutandine, – disse lui. – La moglie di un servo non ne ha bisogno. Tremando, Gianna si abbasso’ le mutandine fino alle caviglie, chinandosi, mentre la mano del Marchi scivolava sulla sua vagina e fra le sue natiche. Le sfilo’ del tutto, e le porse al Marchi, che le appoggio’ sul divano. - Voltati verso di me, ora, – le disse lui. Gianna torno’ a voltarsi verso l’uomo, incontrando di nuovo il suo sguardo tagliente, ipnotico. – Io potrei liberarti da tutti i tuoi ricattatori con una sola parola, – le disse, – ma e’ al tuo uomo che spetterebbe il compito di impedire ad altri di usarti. Per questo motivo, la fica della sua fidanzata e’ un oggetto sul quale chiunque puo’ pisciare. Non e’ cosi’, Gianna?