oggetto infilato nella fica

Franco allungo’ la mano, palpando con calma la vagina di Gianna. -
Hai una bella fica, puttana, – le disse. Appoggio’ l’ortaggio alla
fessura di Gianna, spingendolo lentamente contro le grandi labbra. -
Accarezza il cazzo di Franco mentre lui si diverte con la tua fica,
puttana, – ordino’ Romano. Gianna arrossi’. Allungo’ la mano mentre
lui le strusciava lentamente il cetriolo lungo la vagina, e inizio’ a
toccarlo attraverso i pantaloni. Mentre la stimolava con il grosso
vegetale, Franco prese la ragazza per i capelli, costringedola a
volgere il viso verso di lui, e si avvicino’ per baciarla.
– Dammi la lingua, vacca, e massaggiami meglio, – le ordino’. Gianna
obbedi’, dischiudendo le labbra per lasciare che l’ospite godesse
della sua bocca e della sua lingua, e intanto prendendo il suo membro
piu’ saldamente in mano, sebbene ancora attraverso i calzoni.
Romano le prese l’altra mano e si fece masturbare a sua volta.
Entrambi gli uomini si slacciarono i calzoni, e Gianna ebbe presto i
loro membri nudi, eretti, nelle mani. Franco la baciava e le
strusciava il cetriolo sulla vagina, spingendo sul clito, sulle grandi
labbra, e anche fra le cosce nude in direzione dell’ano di Gianna.
Romano si lasciava masturbare e prese a leccarle i grossi seni con
lunghe, lente leccate che lasciavano tracce di saliva sulla pelle
giovane della fanciulla.
– Ora, – le sussurro’ Franco, smettendo di baciarla, e iniziando a
leccarle il viso, – di’ che lo vuoi lungo e duro nella fica.
Gianna esitò. – Io… lo voglio… – mormorò, – lo voglio lungo e
duro nella fica… signore, – mormoro’, bruciando di vergogna.
L’ospite sorrise, iniziando a spingere l’ortaggio, lasciandone
scivolare la punta fra le soffici labbra della vagina della ragazza.
Gianna gemette, ma Franco le diede uno strattone ai capelli. – Non
devi mai chiudere la bocca, – le disse, – voglio la tua lingua,
qualunque cosa decida di fare della tua sporca fica. E’ chiaro?
– Si’ signore… chiaro… – mormoro’ la fanciulla. I due uomini le
palpavano ancora i seni, e quelle manipolazioni, i loro membri duri
nelle mani, e il cetriolo che lentamente la prendeva la stavano suo
malgrado stimolando. I capezzoli le si stavano indurendo, e Romano si
diverti’ a tirarli, stropicciarli e pizzicarli.
– Ora vuoi che te lo infili più a fondo, vero? – le chiese Franco. -
Sì… – mormorò suo malgrado Gianna, con le lacrime agli occhi. – Sì
cosa, troia? – insistette lui. – Voglio… che lei… lo infili… più
a fondo… – mormorò Gianna.

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