Il Pisani la guardo’ con calma. – Mi sembra di capire che e’ tutto vero, – disse, alzandosi dalla sedia. – Visto che l’hai preso da meta’ del corpo studentesco, mi aspetto che tu abbia intenzione di riservarmi un trattamento di favore. Trasalendo per quella frase inaspettata, Gianna alzo’ gli occhi al professore. – C… certo professor Pisani, – mormoro’, mentre l’uomo, senza tante discussioni, si slacciava i calzoni. Il Pisani era un uomo oltre la cinquantina, robusto, piacente. Gianna vide il suo membro per un solo istante, mentre lei le metteva una mano in testa e la spingeva a se’, ficcandoglielo in bocca. Gianna fece come per iniziare a servirlo con la bocca, ma il Pisani la fermò. – Stai ferma, – le disse, iniziando a spingere con foga nella sua gola, con bruschi movimenti di bacino, – mi piace prenderle a fondo, le troie. Penso che tu sia abbastanza esperta da saper prendere un cazzo in gola. Con quel fare violento e deciso, il professor Pisani scopo’ la bocca di Gianna a lungo. Gianna piangeva e tremava, ma lasciava che l’uomo la usasse. – Slacciati i bottoncini centrali del top, – le disse lui a un tratto. Gianna porto’ le mani al top, e slaccio’ sei bottoncini al centro, scoprendo parte dell’incavo fra i suoi seni. Il Pisani aspetto’ che avesse fatto, quindi lo sfilo’ dalla bocca della ragazza. Guardo’ Gianna, che teneva il capo chino, e le sollevo’ il mento. – Guardami, – le disse. Gianna alzo’ gli occhi lucidi di pianto, incontrando lo sguardo del Pisani mentre l’uomo le faceva lentamente scivolare il membro fra i seni, infilandolo nell’apertura del top. L’indumento stringeva gia’ alquanto i seni di Gianna, ma il Pisani li afferro’ ugualmente, con una stretta brutale, premendoli sul suo membro. Quindi, guardando Gianna negli occhi, inizio’ a scoparle lentamente le grosse, morbide mammelle. – Risparmiami quelle stupide lacrime, – le disse, – altrimenti, se proprio vuoi avere la faccia bagnata, ti ci sborro sopra e ti costringo a uscire dal mio ufficio cosi’. Gianna si asciugo’ velocemente le lacrime. – Mi perdoni, sigmore, – mormoro’. Il Pisani continuo’ a prenderle i seni a fondo per diversi minuti, finche’ non fu prossimo a venire. Quindi, sposto’ il proprio membro dall’incavo fra i seni della studentessa, infilandolo fra il top e la mammella sinistra. Il glande era a contatto con il capezzolo della ragazza. Il Pisani strizzo’ con violenza i seni di Gianna fra le dita mentre schizzava una prima dose di sperma. La ragazza percepi’ il calore del seme dell’uomo su tutto il capezzolo. Pisani sposto’ il membro, massaggiandoselo mentre lo direzionava sul capezzolo destro, appena in tempo per il secondo schizzo. Il top di Gianna, che prima lei, controllando, aveva trovato pulito, ora era imbrattato da due grosse macchie scure sui seni. Il Pisani lo sfilo’ e lo mise di nuovo in bocca alla ragazza. Questa volta, la lasci’ fare, dandole il tempo di pulirlo accuratamente con la lingua, leccandolo piu’ volte tutto attorno. Quando il professore fu soddisfatto, lo sfilo’ dalla bocca di Gianna e torno’ al suo posto. Gianna attese nuovi ordini, seduta in silenzio, con il top slacciato e bagnato. – Ora voglio vedere la tua fica, – disse il Pisani, battendo con due dita sulla superficie della sua scrivania. – Seduta a cosce aperte. E non smettere di guardarmi. Gianna si alzo’, con le gambe che le tremavano. Timidamente, avanzo’ verso il professore, guardandolo, sforzandosi di non piangere. Si sedette sulla scrivania del Pisani, sollevando la gonna fino sui fianchi e mostrando il suo pube depilato e l’orlo delle calze che le adornavano le cosce. Senza farselo ripetere, allargo’ le cosce mostrando la propria vagina aperta al professore. Lui abbasso’ lo sguardo sul sesso di Gianna, quindi torno’ a guardarla negli occhi. – Avvicinala, ho voglia di leccarla, – le disse. Gianna scivolo’ con le natiche nude in avanti sulla superficie della scrivania, sedendosi in modo che la sua vagina sporgesse oltre il bordo. Il Pisani avvicino’ ancora un po’ Gianna afferrandola per le cosce, e poi, inizio’ a toccarla. Prima le tasto’ lentamente la fessura, massaggiandola col palmo della mano. Poi le prese le grandi labbra, una a una, tirandole verso l’esterno e lasciandole andare, come se stesse giocherellando. Le afferro’ entrambe, tenendole con pollici e indici, e le allargo’, tirando con forza verso l’esterno. Attese il primo gemito di dolore di Gianna, e poi diede uno strattone piu’ forte a entrambe. Alzando gli occhi alla ragazza, le disse freddamente: – E’ diventata una grossa fica da vacca, a forza di prendere cazzi. Hai un buco enorme, non trovi puttana? – – Si, signore– – mormoro’ lei. Il Pisani tiro’ piu’ forte, avvicinandosi e dando una lunga leccata in profondita’ alla vagina di Gianna. – Non invidio il tuo fidanzato– ormai dubito che tu senta qualcosa quando ti scopa– – continuo’ il Pisani, fissando Gianna negli occhi. – Scommetto che e’ cosi’ grossa che potresti infilarci tutta la mano.