Porse l’oggetto a Gianna, che, suo malgrado, dischiuse le labbra e inizio’ a leccarlo dolcemente. L’idea di leccare l’oggetto che stava per essere usato crudelmente sulla sua vagina la faceva sentire completamente impotente e sottomessa. Romano osservo’ quel dolce servizio per un po’, poi ritrasse il righello e torno’ dietro alla ragazza. – Conta, – le disse. Quindi, inflisse un primo, secco colpo col righello, di piatto, sulla vagina aperta della fanciulla. Gianna questa volta non riusci’ a trattenere un grido di dolore. – Uno… – conto’ poi. – Fa troppo… male… – piagnucolo’, ma Romano inflisse il secondo colpo. – Due…. – conto’ ancora lei. Romano arrivo’ a quattro, senza mai ridurre la violenza dei colpi. Gianna era vicina al limite della sua capacita’ di sopportare il dolore. Romano se ne rese conto e fece una pausa. – Sei solo tre buchi, due chiappe e due poppe, schiava, ricordatelo. Dillo, avanti, in modo che tu non possa dimenticarlo, – le intimo’. Gianna ripete’ quella frase umiliante: – sono solo… due buchi, due… – Romano la colpi’ di nuovo, strappandole un nuovo gemito di dolore – due… chiappe… e due poppe, signore… Romano la colpi’ ancora. – Spero che questa lezione ti sia sufficiente, – le disse poi, riponendo il righello. Giro’ attorno al tavolo, mettendosi di fronte a Gianna. - Si… signore… – piagnucolo’ lei. – Faro’ tutto quello che mi dira’…. - Esatto. Mi aspetto che ora tu faccia tutto quello che ti chiedo, senza esitazioni ne’ stupide lamentele. Se esiterai a fare cio’ che ti viene ordinato, anche un solo secondo, ricominceremo da capo. E’ ben chiaro? Gianna si asciugo’ le lacrime. – Si, signore, e’ chiaro, – disse.