La severa punizione di mio Padre
Quando avevo 28 anni vivevo ancora con mio padre (vedovo) in una fattoria, e lo aiutavo con il lavoro. Una mattina in luglio, lui mi chiese di pulire il granaio. Io protestai perché avevo un appuntamento con la mia ragazza. Lui mi rispose che prima avrei dovuto adempiere ai miei doveri, perché lui doveva andare in città.
Aspettai che se ne andasse, e poi andai a trovare la mia ragazza, Carlotta. La riportai alla fattoria e andammo a metterci nel granaio. Eravamo entrambi infoiati (non ci vedevamo da due settimane); ci spogliammo nudi e ci buttammo sul fieno. Mentre facevamo l’amore, entrò mio padre. Carlotta era molto imbarazzata e si rivestì subito. Mio padre era assolutamente furibondo, sia per quello che stavamo facendo, sia perché io non avevo eseguito i suoi ordini. Io dissi che l’avrei fatto subito, e presi a rivestirmi.
“Fermo lì” disse mio padre. Io lo guardai. “Stavolta le cinghiate sul sedere le pigli davanti a Carlotta. Chissà mai che finalmente non impari che devi ubbidirmi”.
Notai Carlotta sgranare gli occhi, incapace di credere che a 28 anni mio padre mi pigliasse ancora a frustate. Io mi sentii morire di umiliazione. E agli occhi di Carlotta peggiorai la mia situazione mettendomi a piagnucolare come un bambino.”Per favore, non davanti a Carlotta”. Ma lui non mi ascoltò neppure: mi fece stendere a pancia in giù sul tavolo degli attrezzi e, come sempre faceva quando me le suonava con la frusta, mi legò le mani alle gambe del tavolo. Udendolo sfilarsi la cinghia dai pantaloni, e come sempre quando stavo per prenderle, il pistolino mi si era drizzato e sentivo l’ano aprirsi e chiudersi per l’eccitazione che, a mio malgrado, non mancavo di provare. Cominciai a piangere senza ritegno: nella posizione in cui mi trovavo Carlotta poteva vedere benissimo il mio sfintere contrarsi. Pensai di morire di umiliazione.
Poi mio padre cominciò a frustarmi di santa ragione il culo nudo con la cinghia, e io mi misi a urlare sin dal primo colpo. Per umiliarmi ancora di più (come se già frustarmi davanti alla mia ragazza non bastasse), chiese a Carlotta di contare i colpi. Lei esplose in una risata fragorosa, e poi cominciò a contare davvero. Ancora ridacchiando, in un tono a metà fra lo sfottò e il disprezzo, Carlotta contò assai divertita cento frustate.
Quando mio padre mi frusta, io sfrego il pistolino duro sul tavolo ruvido finché vengo per l’umiliazione. Normalmente sborro dopo una sessantina di cinghiate, ma quella volta, ascoltando il conto beffardo di Carlotta, l’umiliazione fu tale che mi sentii sopraffatto dall’emozione e non riuscii a venire.
Quando mio padre smise di frustarmi, la mia mente era un marasma di sentimenti contrastanti. Da un lato l’umiliazione feroce che avevo subito e il desiderio che ciò che era appena successo non fosse mai successo; dall’altro, l’eccitazione incredibile proprio per quell’umiliazione, la frustrazione di non essere riuscito a venire, e il desiderio che mio padre continuasse a frustarmi … lì sotto gli occhi della mia ragazza.

Dopo qualche minuto mi resi conto che ero ancora legato sul tavolo, e una perversa eccitazione si impadronì di me: quando mio padre mi lascia legato al tavolo dopo una battuta, vuol dire che non ha ancora finito, e che intende o rifilarmi un’altra razione di cinghiate oppure bastonarmi il sedere con la canna. Allo stesso tempo mi intristiva l’idea che, dopo aver visto che a 28 anni mio padre mi frustava ancora, Carlotta mi avrebbe mollato.
D’improvviso sentii un suono strano alle mie spalle, come un succhiare o leccare. Tentai allora di girare la testa per quanto mi era consentito dai legami, e con la coda dell’occhio vidi la forma nuda di Carlotta sdraiata su una balla di fieno, e il corpo del pari nudo di mio padre sopra di lei.
Fu a questo punto che i gemiti e i sospiri cominciarono …
No! Non potevo credere che stessero scopando! Mio padre aveva appena finito di battermi con la frusta davanti alla mia ragazza e adesso, per completare la mia umiliazione, se la stava montando davanti a me! No, non ci potevo proprio credere. Per qualche minuto tentai di convincermi che mio padre stesse approfittando di lei, ma il verdetto finale non tardò ad arrivare. All’improvviso sentii chiaramente Carlotta fremere e urlare mentre veniva in un orgasmo prorompente. Ci stava provando gusto!
E poi, quand’ebbero finito di gemere e ansimare, udii le parole di Carlotta che cambiarono la mia vita per sempre.
“Bene. Adesso torniamo a divertici e … caro? … dacci dentro. Voglio sentirlo squittire come un maiale!”
Mio padre raccolse la sua cintura e riprese a frustarmi. Mi rifilò altri cento colpi, e io urlai tanto che quando finì ero rimasto completamente senza voce e stavo veramente squittendo senza più nessuno ritegno.
Carlotta mi lasciò, e cominciò una relazione con mio padre che continua a tutt’oggi. Per salvare le apparenze in paese, Carlotta mi sposò, dicendo a tutti i suoi amici e parenti che saremmo andati a vivere con mio padre per aiutarlo con la fattoria. Ufficialmente era mia moglie, ma di fatto non mi permise mai più di vederla nuda. A tutti gli effetti, diventò la mia matrigna. E una matrigna molto malvagia, per di più. Dal giorno che ci sposammo fui obbligato a stare completamente nudo in casa, e lei chiese a mio padre, come regola fissa, di frustarmi due volte al giorno. Dopo ogni battuta, Carlotta non mancava di farmi sapere che aver visto mio padre frustarmi con la cinghia le aveva fatto venire le fregole, e che per piacere mi tenessi a disposizione mentre lei mio padre si ritiravano in camera loro per una scopata come Dio comanda nel nostro letto nuziale.