schiava legata alla spalliera del letto

Gianna fece per alzarsi, ma Romano la fermo’ con un ceffone. – Tu ci
segui a quattro zampe, cagna, – disse.
I due uomini si diressero nell’altra stanza. Romano conduceva, tenendo
Gianna per i capelli. Franco stava dietro di lei e la colpiva con
leggere pacche sulle natiche nude. Portava con se’ il cetriolo. Quando
furono in camera da letto, Romano si volse alla ragazza.
– Ora togliti tutti i vestiti, Gianna, – le disse. Gianna, chinando
il capo, si sfilo’ la maglietta gia’ sbottonata, le scarpe, e la
gonna. Romano apri’ il cassetto del comodino e ne trasse alcuni capi
di corda. – Mettiti sdraiata, – le ordino’, – e porgimi i polsi.
Gianna obbedi’, straiandosi supina sul letto. Romano le afferro’ i
polsi e li lego’ stretti con la corda, che fisso’ poi alla spalliera
del letto. – Ora solleva le ginocchia, – le disse, accarezzandole la
vagina. Gianna sollevo’ le ginocchia, e Romano le uni’ le caviglie
con una seconda corda, legandole insieme. Quindi, fisso’ l’estremita’
della corda alla spalliera del letto, sotto il nodo della prima corda.
Legata in quel modo, Gianna offriva la sua vagina nuda nel modo piu’
osceno. Franco e Romano passarono qualche minuto a toccarla, fotterla
con le dita, schiaffeggiarla, pizzicarle le grandi labbra e il
clitoride.
La povera fanciulla gemeva e si contorceva, indifesa.
I due uomini si sedettero accanto a lei sul letto. – Hai voglia di
prendere i nostri cazzi nella fica, vero? – le disse, accarezzandole
il volto. Gianna mormoro’ – si’, signore, – rabbrividendo mentre
l’uomo le leccava le guance. – Soddisferemo presto le voglie della tua
sporca fica, – le disse Romano, – ma prima dobbiamo sistemarti un po’
meglio.
Prese dal cassetto il tubetto di crema che Gianna ormai conosceva, e
una nuova corda. Porse la crema a Franco, che inizio’ a spalmarla sul
cetriolo. Intanto Romano inizio’ a girare la corda attorno ai grossi
seni della ragazza, legandoli assieme. Gianna non aveva mai subito
nulla di simile, e inizio’ a implorare che non le facessero del male.
- Oh, no, – rispose Romano, – non ti fara’ male. Alle vacche piace
essere legate in questo modo.
L’uomo strinse la corda gradualmente, strizzando i seni di Gianna.
Quando furono sufficientemente stretti, fece un nodo alla corda.
Legate insieme, le stupende poppe della ragazza sembravano ancora piu’
voluminose. Intanto, Franco aveva terminato di preparare il cetriolo,
e fece un cenno a Romano, che allargo’ le natiche di Gianna. La
ragazza riprese a implorare, ma invano. Franco spinse lentamente il
grosso vegetale nell’ano della fanciulla, strappandole nuovi gemiti di
dolore. L’ospite non mostro’ particolare riguardo, spingendo dentro
tre quarti del grosso cetriolo in un unico, brutale movimento.
Quando questi preparativi furono ultimati, Romano fece cenno a Franco
di servirsi per primo. L’uomo, con un ghigno crudele, si sposto’ sopra
la ragazza legata. La preparazione di Gianna l’aveva eccitato e il
suo membro era gia’ pronto. Con calma, lo spinse tutto dentro nella
vagina esposta della studentessa. Intanto, Romano si inginocchio’ di
fianco alla spalliera e costrinse Gianna a prenderglielo di nuovo in
bocca.

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