Al terzo giorno d’assenza di Simone, Gianna si recò ancora da
Romano. Per compiacere il suo ricattatore, aveva dovuto indossare una
maglietta bianca di cotone sottile, aderente, senza reggiseno. La
maglietta era chiusa da bottoncini dal collo fino in vita. Sotto, le
era stata concessa un gonna al ginocchio, ma questa volta aveva dovuto
abbinarla a un paio di autoreggenti nere e scarpe con i tacchi.
Il viaggio in metropolitana era stato un’incubo. Non aveva trovato
posti a sedere, e aveva dovuto reggersi ai sostegni del metro’. Un
gruppo di ragazzini aveva iniziato a parlottare e ridacchiare,
accennando esplicitamente ai suoi
grossi seni e ai capezzoli che si intravedevano chiaramente sotto il
cotone. I commenti dei ragazzi avevano attratto l’attenzione di altri
uomini su di lei. Gianna si era sentita come un animale in mostra a
una fiera. Qualcuno, non era certa chi, aveva piu’ volte pronunciato
la parola “latte”, evidentemente riferendosi al suo generoso seno.
Quando la porta si apri’, Romano la osservo’ con un sorriso e le fece
cenno di entrare e dirigersi in salotto. La ragazza entro’ timidamente
in casa mentre l’uomo chiudeva la porta e la seguiva. Giunta in
salotto, Gianna vide, seduto sul divano, un altro uomo, che lei non
aveva mai visto.
– Questo e’ il mio amico Franco, – disse Romano, facendo le
presentazioni, – e questa, Franco, e’ la vacca di cui ti ho parlato. –
L’ospite sorseggiava un bicchiere di whisky. Era un uomo di media
statura, ma molto corpulento e massiccio. I suoi occhi, sottili e
viziosi, osservarono la ragazza lentamente, scorrendola da capo a
piedi. – Una gran bella vacca, – commento’. Romano diede una pacca
sulle natiche di Gianna per esortarla a rispondere al commento. Lei
arrossi’, abbassando lo sguardo. – Grazie, signore, – mormoro’.
– Come immaginerai, puttana, – disse quindi Romano, – ci intratterrai
entrambi nei modi che noi stabiliremo. È chiaro? – – Sì, signore, -
mormorò Gianna. Romano si sedette sul divano, e fece cenno a Gianna
di sedersi fra loro due. Quando lei ebbe obbedito, l’uomo prese un
oggetto da un tavolino. Era un grosso cetriolo.
– Oggi prenderai questo nella fica, schiava, – disse Romano a Gianna.
- Avevo pensato a un vibratore, ma penso che un volgare cetriolo sia
piu’ adatto a una puttana come te. Inoltre, non e’ facile trovare
vibratori di queste dimensioni. E sappiamo bene tutti e due che la tua
fica ha bisogno di prendere cose grosse e lunghe.
Gianna arrossi’ violentemente. – Si… signore… grazie… -
mormoro’ debolmente, chinando lo sguardo.