schiava usata da molti padroni

Ti e’ tutto chiaro, vacca? – disse infine Simone, risistemando il bavaglio. Gianna annui’ ancora. Simone sorrise, e le diede una serie di sculacciate. – Fammi vedere che sei la brava bambina di papa’, – le disse, – ed eviterai il peggio. Ricordati che quello che avverra’ oggi pomeriggio e’ solo la preparazione alla serata.
Detto questo, i due si avviarono alla porta. Gianna li vide uscire e senti’ la porta che veniva richiusa a chiave dall’esterno. Sola, dolorante, disperata, alzo’ gli occhi bagnati di lacrime alla telecamera, e ricomincio’ a muovere il bacino lentamente, facendo scivolare il fallo di lattice dentro di se, facendosi prendere fino in fondo.
Entro l’ora successiva, dolorosamente, con fatica, riusci’ a raggiungere un orgasmo. Per essere certa che la telecamera lo testimoniasse, gemette e mugolo’ e si impalo’ sul fallo di lattice nel modo piu’ osceno possibile.
Poi iniziarono ad alternarsi gli uomini, come aveva preannunciato Simone. In genere, erano braccianti della fattoria. Entravano, la guardavano, la toccavano, gustando i suoi seni, le sue natiche, strofinando le grandi labbra della sua vagina e il clitoride. Quando la toccavano, Gianna cercava di sfruttare quei toccamenti per eccitarsi, e un paio di volte riusci’ a venire mentre una mano le frugava la fica piena di quell’osceno cazzo di plastica. Dopo averla toccata, le slacciavano il bavaglio, e Gianna li implorava di sborrarle in bocca, di farle mangiare il loro sperma, usando, per compiacerli, il linguaggio piu’ volgare di cui era capace. Gli uomini le mettevano il cazzo in bocca, le scopavano la bocca a fondo. Per motivi che lei poteva immaginarsi in modo vago, pero’, nessuno di loro le venne in bocca. Invece, depositavano il loro carico di sperma in un vasetto. Dopodiche’, si pulivano il membro sul suo volto o nei suoi capelli, le rimettevano il bavaglio, e se ne andavano.
Quindi, Carlo lascio’ il posto a Rick. Il nero tiro’ fuori un enorme membro d’ebano, lungo, lucido, duro. Senza dir nulla, lo infilo’ in bocca a Gianna, spingendolo fino in gola. La ragazza ebbe l’impressione di soffocare, e, istintivamente, degluti’, prendendo il glande di Rick dentro la gola. L’uomo inizio’ a scoparle la gola con violenza. Gianna non aveva mai preso un membro maschile di simili dimensioni; il suo volto, con le labbra aperte attorno a quel mostro, era uno spettacolo, e Carlo suggeri’ a Rick di spostarsi leggermente per mostrare meglio l’azione alla telecamera.
Quando Rick fu prossimo all’orgasmo, lo tiro’ fuori. Evidentemente a lui non erano riservati gli stessi privilegi del padrone di casa, perche’ dovette recuperare un vasetto che teneva in tasca e scaricarsi li’ dentro, riempiendone un buon quarto di denso sperma giallognolo.
- Non temere, puttana, – disse Carlo, – avrai quel delizioso sperma molto presto.
I due rimisero il bavaglio a Gianna.
Con questa frase, Carlo e Rick lasciarono la stanza, conducendo via anche i cani. Gianna rimase sola. Piangendo, guardo’ l’orologio. Mancavano ancora due ore, e due orgasmi, all’inizio della sua serata speciale.

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