Il terribile pomeriggio di Gianna si concluse alle sette e trenta, quando Romano, Carlo e Rick si presentarono nella sua stanza per dare inizio alla serata. I tre uomini le si avvicinarono; Romano afferro’ le catenelle agganciate al collare e ai capezzoli della ragazza. – Alzati, vacca, – le disse, tirandole, mentre Carlo a sua volta la esortava a muoversi con violente pacche sulle natiche nude.
Senza slegarle le mani o liberarle i seni, la spinsero verso il piccolo bagno adiacente alla stanza in cui era stata segregata. Qui, Carlo e Romano lasciarono che Rick si occupasse di lei. L’uomo le slego’ i polsi e le ordino’ di spogliarsi nuda. Sotto gli occhi dei tre, la ragazza dovette sfilarsi le calze, le scarpe, e il vestitino. Rick la spinse sotto la doccia e le ordino’ di lavarsi a fondo, dicendole di dedicarsi con particolare cura alla vagina e all’ano. Gianna obbedi’, e i tre aspettarono che avesse finito guardandola, palpandola, sculacciandola e pizzicandola.
Quando ebbe finito, le liberarono i seni, togliendo le mollette e il nastro adesivo, che fu brutalmente strappato da Rick. Le mammelle di Gianna erano ancora livide per la prolungata costrizione, ma, nonostante il dolore che questo le procurava, fu costretta a insaponarle e poi strofinarle con forza con una spazzola.
Al termine della doccia, Rick aggancio’ un guinzaglio al collare che Gianna ancora indossava, e la fece mettere a quattro zampe. In quel modo la ricondussero in camera, e le mostrarono gli abiti che avrebbe indossato per la serata.
Rick estrasse diversi capi di vestiario dalla borsa, gettandoli sul letto. Gianna capi’ solo dopo alcuni secondi che si trattava di una sorta di versione sexy di un vestito da sposa. Tutti i pezzi erano di un uniforme color panna. Rick prese dalla borsa anche un sottile frustino, con il quale colpi’ le natiche di Gianna, per provarne l’effetto, strappandole un acuto gemito di dolore. – Vestiti, – le disse, seccamente.
Gianna inizio’ a indossare gli abiti, man mano che Rick glieli passava. Inizio’ con un paio di autoreggenti, e scarpette con i tacchi alti. Quindi, fu la volta del vestito vero e proprio, che era decisamente stretto, in modo da mettere volgarmente in mostra la pienezza dei seni e delle natiche della ragazza. Sul davanti, il vestito era chiuso da una serie di bottoncini, e aveva una sezione di pizzo praticamente trasparente, che mostrava gran parte dei grossi seni di Gianna. La lunghezza del vestito era proporzionata alle sue dimensioni; copriva a malapena le natiche della ragazza. Infine, Gianna dovette indossare un paio di guanti di pizzo, lunghi, che la coprivano fin sopra i gomiti, e un cappellino da sposa con tanto di velo. Infine, le fu chiesto di truccarsi.