Sottomissione sessuale

Gianna era una studentessa universitaria di ventitre anni. Pur non essendo una bellezza secondo i canoni usuali, era molto apprezzata dagli uomini. In parte, era il suo volto a piacere – splendidi occhi verdi, un sorriso delizioso, un’accattivante espressione da bambina imbronciata, e bellissimi capelli castani, lunghi e lisci. Più spesso, però, quello che conquistava gli uomini era il suo seno – molto, molto generoso per una ventiduenne. Talvolta Gianna era imbarazzata dalla sua quarta misura abbondante – e talvolta, invece, le piaceva sapere che gli uomini la guardavano per quel motivo. Non si vestiva in modo appariscente – jeans e maglione – ma le sue forme erano invitanti sotto qualunque abito.
Quel giorno, Gianna camminava per il corridoio dell’Università, e gli sguardi di qualche suo collega studente non le interessavano. Aveva un colloquio molto importante con un professore. Non c’erano, per lei, molto cose più importanti dei suoi studi.
Il professor Mariani la accolse nel suo ufficio. Le fece notare che non era orario di ricevimento studenti, e Gianna spiegò che era venuta per una questione urgente. Benché avesse passato l’esame di Calcolo, infatti, il suo nome non era comparso nella lista dei promossi. Mariani annuì e controllò le proprie carte, e il computer.
- Mi dispiace, – le disse infine, guardando Gianna tranquillo. – Il verbale relativo al suo esame è andato perduto, e la legge prevede che lei debba ridare quell’esame, purtroppo.
Gianna non credeva alle sue orecchie. Scosse il capo. – Ma… Insomma, lei ricorda che io avevo passato l’esame, sul mio libretto c’è la sua firma… Non basterebbe fare un nuovo verbale? Non capisco…
Mariani sorrise, e scosse il capo. – È contro le regole, signorina, – disse, mostrandosi deciso. – Questa è la burocrazia. Non ci crederà, ma se io le facessi un nuovo verbale, e la cosa venisse fuori, potrei avere dei problemi io stesso.
Gianna lo guardò scuotendo il capo. – La supplico… faccia un’eccezione – mormorò. Per lei quell’esame era molto importante. La prossima sessione era solo fra due mesi, e questo avrebbe ritardato la data della sua laurea. Come conseguenza, non avrebbe potuto iscriversi al dottorato l’anno entrante, e questo per lei era inaccettabile. Cercò di spiegare la situazione a Mariani.
Mariani le sorrise di nuovo, e disse, con calma: – provi a mostrarmi che il suo caso è eccezionale, – disse. La ragazza guardò l’uomo; si accorse che Mariani stava osservando la forma dei suoi seni, e arrossì. – Io… – mormorò. – Cosa intende dire? -
Nulla, – disse Mariani, senza distogliere lo sguardo dal seno di Gianna. – Lei mi chiede di fare un’eccezione, e quindi le chiedo cos’ha di eccezionale il suo caso. Sinceramente, – proseguì l’uomo, questa volta alludendo apertamente ai seni di Gianna, – anche io vedo qualcosa di eccezionale, che potrebbe convincermi. Ma ovviamente, deve essere lei a dimostrarmi cosa è disposta a fare per il suo dottorato. C’è qualcosa che vuole mostrarmi?
Il ghigno di Mariani non lasciava dubbi. Gianna arrossì violentemente, esitando. Poi alzò le mani, tremando lievemente, e iniziò a slacciarsi la camicetta. Mariani sorrise, annuendo. La ragazza si slacciò tutti i bottoni, allargandosi la camicia. I grossi seni della giovane erano trattenuti da un reggiseno di pizzo bianco.
- Mi mostri meglio ciò che può offrire, – le disse il professore. Gianna arrossì; si scoprì i seni, abbassando l’orlo del reggiseno. Mariani guardò i bei seni, grossi, giovani, morbidi di Gianna.
- È sulla buona strada, – le disse. – Le buone intenzioni vanno premiate. Ovviamente dobbiamo ancora stabilire se lei è davvero benintenzionata. Sa a cosa mi fanno pensare i suoi seni?
- N… no – mormorò lei.
- Una vacca da latte. Le da fastidio essere chiamata in questo modo, Gianna?
Gianna esitò. Stringeva nervosamente i pugni. – N… no professore – mentì.
Mariani le fece cenno di avvicinarsi. Gianna mosse alcuni passi verso l’uomo, si fermò di fronte a lui. – Mi dia la mano, – disse Mariani. Prese la mano di Gianna e se la appoggiò sul membro, fissando la ragazza negli splendidi occhi verdi.
- Mi dimostri la sua sottomissione, – le disse; – soltanto una vacca da latte molto sottomessa può ottenere favori del genere di quello che lei vorrebbe.
Gianna, con il seno nudo esposto allo sguardo del suo professore, chinò lo sguardo e iniziò a toccare il membro già duro dell’uomo attraverso i pantaloni. Mariani le prese i seni e iniziò a manipolarli con entrambe le mani, stringendo la carne morbida di Gianna.
- Ora si inginocchi, – le sussurrò Mariani. Gianna scosse il capo. Ovviamente sapeva a cosa pensava il professore. Gianna lo prendeva spesso in bocca al suo fidanzato, perciò non era il gesto in sé a sconcertarla. Ma ovviamente, in questo caso si trattava di uno sconosciuto.
- La prego– sono fidanzata– io–
Mariani la guardò freddamente. – Non tollero disobbedienze, – disse; – si inginocchi subito, o esca di qui.

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