Tortura con vibratore mollette e fil di ferro

I cappi affondavano nella sua carne in un modo che lei non avrebbe considerato possibile. Il diametro del cappio ormai non poteva essere piu’ di sette o otto centimetri. La pressione deformava i seni di Gianna, che apparivano come gonfie sfere di carne. Il Marchi inizio’ a tirare e ruotare le mollette per farli ondeggiare oscenamente, mentre il suo membro sondava Gianna a fondo. La ragazza si rese conto che la sua vagina non era mai stata cosi’ bagnata e aperta, come se desiderasse prendere quel membro sempre piu’ dentro di se’.
Il Marchi continuo’ a fotterla in quel modo a lungo, tormentandole i seni straziati mentre la prendeva in lunghi affondi violenti. Suo malgrado, Gianna comincio’ a venire, intensamente, mentre piangeva e gemeva per il dolore. Il Marchi continuo’ a scoparla mentre lei veniva, prolungando il piacere e l’agonia della studentessa. Infine, lo sfilo’, prendendola per i capelli e tirandola violentemente verso il proprio membro, mentre cominciava a venire, schizzando il suo seme sulla lingua e le labbra di Gianna, dentro la sua bocca forzatamente dischiusa, e sul suo viso.
- Puliscimelo fra le tette, – le ordino’, quando ebbe cessato di venire. Gianna annui’, spostandosi in avanti e trattenendosi i seni gonfi, premendoli contro il membro dell’uomo, strofinandoli contro di esso.
Quando fu soddisfatto, il Marchi si ricompose, e consenti’ a Gianna di liberarsi del fil di ferro, del vibratore, e delle mollette, e rivestirsi, cosa che Gianna fece, pur continuando a piangere per il dolore che ancora provava. Il Marchi rese un biglietto da visita da un cassetto della scrivania, e porgendolo alla ragazza. Era un cartoncino bianco, con un numero di telefono scritto a penna.
- Ci risentiremo, ne sono certo, – le disse.
Gianna prese il cartoncino e, suo malgrado, ringrazio’. Il Marchi suono’ un campanello e pochi minuti dopo giunse nella stanza Rick, che porto’ via Gianna.

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