Tortura sfintere ano

Trattenne le lacrime e si chinò, disponendosi come le era stato
richiesto. Il vecchio prese la sigaretta con la sinista, e colpì con
una pacca violentessima la fanciulla sulle natiche. Ci fu uno schiocco
sonoro; Gianna lanciò un gemito di dolore.
– No… – implorò, – non così… non così forte… –
Il vecchio rise, colpendola di nuovo, con altrettanta violenza. – Hai
delle chiappe grasse e morbide, – le disse, sollevandole la gonna per
scoprirle, e prendendo poi a palparle lentamente. – Se fossi tuo padre
ti sculaccerei tutti i giorni, puttana.
Smise di toccarla, e la colpì ancora, e ancora. Gianna singhiozzava.
Sentiva il membro dell’uomo indurirsi contro il suo ventre mentre
veniva sculacciata. L’uomo prese un libro rilegato dal tavolino
accanto al divano, e lo uso’ per sculacciare in modo ancora piu’
violento e secco la morbida carne della fanciulla. La colpi’ una, due,
tre volte, strappandole dei gemiti di dolore. – Hai gia’ le chiappe
tutte rosse, – le disse, tornando a palparle brutalmente le natiche. -
Sono certo che stai gia’ piangendo… fammi vedere, mi piace vedere
una bella culona in lacrime. – La prese per i capelli, facendole
voltare il capo verso di se’. Il bel volto di Gianna era bagnato di
lacrime. Romano sorrise.
– Oggi, dottoressa, ti insegnero’ un po’ di umilta’. Mi spiace che tu
non possa vedere come sto riducendo le tue grasse chiappe da porca,
sono un vero spettacolo.
Le pizzico’ crudelmente le natiche, arrossandole ancora di piu’, e poi
spinse la mano fino ad accarezzarle la fica. La fessura di Gianna,
data la posizione a cui Romano l’aveva costretta, con le cosce
divaricate, era ben aperta e a disposizione dell’uomo. Lui spinse due
dita dentro di essa. – Questo e’ quello che intendevo quando ho detto
a mio nipote che c’erano molti modi di divertirsi con una grassa
maialina come te, – disse. – Ora voglio che tu mi dica che sei una
grassa maialina. Dillo, avanti.
Gianna esito’; lui, con la mano libera, le schiaffeggio’ e pizzico’
ripetutamente le natiche, mentre le sue dita si spingevano in
profondita’ nella vagina della ragazza. – Lo so che non ti piace
ammetterlo, – disse, – ma sai che e’ la verità. Dimmi quello che sei,
puttana.
Temendo ulteriori punizioni, Gianna singhiozzò fra le lacrime: -
Io… sono… una grassa maialina… signore… –
L’uomo rise. – Dì che le tue grasse chiappe mi appartengono, – le
ordinò.
– Le mie… grasse… chiappe le appartengono… signore…
Romano sorrise. – Brava, puttana, – disse. – Ora allargale e fammi
vedere il tuo buco del culo. – Gianna, suo malgrado, obbedi’,
rabbrividendo. Romano ridacchio’ crudelmente. – Senti la mia
sigaretta, – le disse, avvicinando la sigaretta accessa alla carne
della ragazza. – Senti dove si va a infilare. – – No… no… no… -
gemette Gianna. L’uomo sporse il viso in avanti e sputo’, lasciando
che la propria saliva cadesse sull’ano esposto della fanciulla.
Quindi, avvicino’ la brace. La ragazza poté soltanto piangere mentre
lui spegneva la sigaretta, crudelmente, contro le pareti del suo
sfintere.

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