Tortura tette

– Ti piace sentirlo cosi’ dentro, vero, puttana? – le disse Simone, spostandosi davanti a lei. – Ora che la tua fica e’ sistemata, pensiamo alle tue poppe.
Con calma, le slaccio’ i bottoni superiori del vestitino, fino a scoprirle i seni. Carlo osservava, e fece un fischio di ammirazione quando vide le grosse mammelle nude della loro vittima. Mentre Simone prendeva nuovi oggetti dalla borsa, Carlo inizio’ a palparle e strizzarle con la destra, mentre infilava due dita della mano in sinistra in bocca alla fanciulla.
Simone si riavvicino’ a Gianna con un rotolo di nastro adesivo e due catenelle. Ciascuna delle catenelle aveva un piccolo moschettone a un’estremita’ e una molletta di metallo all’alta. Simone fece un cenno a Carlo, che prese i seni di Gianna per i capezzoli, tirandoli con forza verso l’esterno e verso l’alto. La ragazza gemette di dolore. Simone sollevo’ l’estremita’ del nastro adesivo e inizio’ ad avvolgerlo attorno ai seni nudi della ragazza, alla base, legandoli stretti. Fece due giri di nastro, prima di strapparlo dal rotolo. I seni di Gianna erano forzati in una morsa crudele, stretti alla base, e sporgevano verso l’esterno gonfi e rotondi.
Lei stava ancora piangendo e lamentandosi sommessamente, e Simone decise di applicare anche un bavaglio di cuoio, con il quale tappo’ la bocca di Gianna, allacciandolo dietro la nuca della ragazza. Gianna era visibilmente spaventata. Si rendeva conto che quegli uomini avrebbero potuto farle qualunque cosa, anche ucciderla. Era completamente in loro balia.
Simone passo’ alle catenelle. Aggancio’ i moschettoni a due anelli nel collare di Gianna, fissando la ragazza negli occhi. Le mollette, ovviamente, furono agganciate ai capezzoli. Era lo stesso genere di mollette che aveva usato anche Romano; strette e dolorose. Gianna senti’ i propri capezzoli, gia’ gonfi per il modo in cui le erano stati legati i seni, venire dolorosamente schiacciati in quelle morse di metallo. Le catenelle erano regolabili in lunghezza, e Simone le fece scorrere finche’ entrambe non furono sufficientemente corte da tirare visibilmente i capezzoli di Gianna verso l’alto.
Simone e Carlo fecero un passo indietro per osservare quello spettacolo. Una ragazza stupenda, legata in modo crudele, con quelle calze e i tacchi alti, e quei grossi seni gonfi, non poteva lasciare indifferenti.tortura tette.

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