Torture sulla fica della schiava

Il professore guardo’ il risultato, e sorrise soddisfatto. – Ho il sospetto che suo padre abbia un’erezione, – disse a Gianna. – Forse, torturare la vagina della sua schiava non gli sembra poi cosi’ orribile. Vorrebbe controllare, signorina?
– Come, professore? – mormoro’ lei fra le lacrime.
– Puo’ piegarsi e tastarlo con la vagina, strusciandocela sopra, – rispose. – E ci dica se lo sente duro.

Inizio’ a chinarsi, accettando l’umiliazione di quel terribile gesto. Piegando le ginocchia, scese con le natiche fino ad appoggiare la vagina aperta sulla patta di Sergio. Quindi, prese a muovere lentamente il bacino. Grossi lacrimoni le rigavano le guance, e addirittura erano giunti a bagnare il pavimento. Senti’ il membro di suo padre che rispondeva a quel trattamento osceno, tendendo la stoffa dei pantaloni dell’uomo. Il gonfiore dell’uomo fini’ per scivolare per diversi centimetri nel buco spalancato della figlia. – Allora, lo sente? -Si, professore- mormoro’ la ragazza, la voce rotta dai singhiozzi. – E’ duro.

Ci si sieda sopra, – ordino’ quindi. Lei obbedi’, sedendosi sulle ginocchia del padre, la vagina aperta a contatto con la patta dell’uomo. Fece un cenno ai due scagnozzi, che si avvicinarono. Mentre il professore rimuoveva il cordino di cuoio legato attorno ai seni di Gianna, i due presero i polsi della ragazza, la forzarono a unirli dietro la nuca del padre, e li legarono con uno spago.