Gianna annui’ debolmente. – Avvicinati di piu’, – le disse lui. Gianna si avvicino’ all’uomo, restando in ginocchio. Il Marchi, senza dir nulla, porto’ le mani fra le cosce di Gianna, e le stacco’ una molletta dalle grandi labbra, tirandola con forza, senza aprirla. Lei gemette di dolore, ma rimase composta. L’uomo le pizzico’ il seno, e vi attacco’ la molletta, agganciandola alla carne nuda di Gianna, nella parte inferiore della sua mammella. Quindi, sposto’ la seconda molletta, agganciandola all’altra mammella. Infine, stacco’ con uguale brutalita’ la molletta che mordeva il clitoride di Gianna. Questa volta il dolore fu tale che una grossa lacrima rigo’ la guancia della fanciulla. – Tira fuori la lingua, – le ordino’. Gianna obbedi’, e il Marchi le fisso’ la molletta alla lingua. - Ora siediti sul divano, con le cosce larghe e le ginocchia sollevate, – disse il Marchi, alzandosi in piedi. Gianna si alzo’ da terra, obbediente, e si ando’ a sedere sul divano, aprendosi come le era stato ordinato, offrendo passivamente la sua vagina per quell’ennesimo stupro. Il Marchi prese alcuni oggetti da una credenza, e torno’ dalla ragazza, che lo aspettava, suo malgrado, pronta e disponibile. Il Marchi mostro’ a Gianna un vibratore viola, di medie dimensioni. – Questo e’ per il culo della serva, – le disse. – Solleva di piu’ le ginocchia. Gianna sollevo’ ancora le ginocchia, rendendo in tal modo accessibile il suo ano. Il Marchi attivo’ il vibratore e lo spinse a fondo nella vagina di Gianna, per inumidirlo. La brusca e profonda penetrazione strappo’ alla ragazza un gemito di dolore e piacere. L’uomo rigiro’ il vibratore dentro di lei per alcuni secondi, e quindi lo sposto’ sull’ano della ragazza. Lentamente, lo spinse dentro. Gianna chiuse gli occhi, facendo un lungo gemito, mentre l’oggetto guadagnava un centimetro dopo l’altro. L’uomo continuo’ a spingerlo finche’ il vibratore non ebbe preso l’ano della ragazza fino in fondo.