Frustate sulla fica

Cosi’ va meglio, – disse Romano, osservando il bel volto di Gianna,
rosso per i due violenti ceffoni. – Ora siediti col culo nudo per
terra e fammi vedere la fica.
Gianna singhiozzo’ – si, signore – e si sollevo’ la gonna. Simone,
osservando l’umiliazione di Gianna, scosto’ l’accappatoio e comincio’
a masturbarsi lentamente, con un ghigno divertito e sadico dipinto in
volto. La ragazza si sfilo’ le mutandine e si sedette per terra, la
gonna sollevata in vita. Arrossendo e tremando per l’imbarazzo,
divarico’ le gambe, mostrando la vagina aperta all’uomo, che stava in
piedi di fronte a lei.
– Molto bene, – disse Romano, appoggiando un piede sulla fessura di
Gianna e strofinandoci sopra la suola di cuoio della sua scarpa. -
Tiramelo fuori, e masturbami.
Gianna porto’ le mani alla zip di Romano, e l’apri’. Quindi, glielo
tiro’ fuori, e inizio’ ad accarezzarlo. – Hai visto come si trattano
le scrofe? – disse Romano a Simone. – Un paio di ceffone, e ha
cominciato a comportarsi come si deve. Tutto quello che una maialina
come lei capisce, e’ la frusta, e il cazzo.
La mano di Gianna massaggiava dolcemente l’uomo. Simone decise di
partecipare. Si alzo’ dal divano, e si accovaccio’ di fianco alla
ragazza. Le prese i seni, e glieli sollevo’, strizzandoli. – Leccati i
capezzoli, puttana, facci eccitare, – le ordino’.
Gianna, obbediente, chino’ il capo e obbedi’. I due ricattatori
sorrisero, guardando la lingua di Gianna. Simone si chino’ verso di
lei e prese a leccarle a sua volta i seni, le labbra, la lingua, il
volto, mentre lei continuava a fare cio’ che le era stato ordinato.
– Sei soltanto un paio di poppe, un paio di grasse chiappe, e tre
buchi, – disse Romano a Gianna, – e sarai usata per quello che vali.
Credi di essere qualcosa di piu’ di una lurida puttana da monta?
Gianna scosse il capo debolmente; non riusciva a smettere di
piangere. – No… signore… sono solo una lurida puttana da monta.

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