Schiava obbligata a superare i propri limiti

“Ciao piccola. Sei pronta per stasera?? Ci troviamo al solito posto… preparati con cura mi raccomando. Ti voglio bellissima e curata come sempre. Voglio il vestito lungo da sera quello che ti ho regalato io, scarpe col tacco altissimo e niente intimo. A dopo piccolina!”
Ecco come sempre non le ha dato nemmeno il tempo di dirgli qualcosa. Ha ordinato. Perché sa che è questo che Eleonora vuole, sa che è questo ciò di cui la donna ha bisogno. Per Eleonora il suono secco della sua voce che le da ordini è come un interruttore che venga premuto nella sua testa. automaticamente da donna forte e decisa. Si ritrova ad essere la slave, creta nelle mani del suo Padrone, pronta ad eseguire ogni ordine, a sopportare ogni umiliazione, pronta a sopportare le punizioni che lui vorrà donarle… Pronta ad offrire tutta se stessa corpo e mente al suo Padrone ben conscia che solo questo le porterà felicità Eleonora è pronta da alcuni minuti… in anticipo come sempre si guarda allo specchio con aria critica.
Gli piacerò? Sarò come lui mi immaginava? Riuscirò a soddisfarlo? Questi pensieri e mille altri affollano la mente della giovane donna, ogni qualvolta sa che deve incontrarsi col suo Padrone, questa insicurezza la fa diventare ancora più indifesa nei confronti della crudeltà mentale che a volte un Padrone ha verso la sua slave per temprarla per farla crescere insieme a lui.
Ecco è giunto il momento di andare… Eleonora afferra la piccola borsetta da sera e corre verso la sua auto. è felice ansiosa curiosa eccitata ed impaurita. Una paura buona sana… che la mette in uno stato di attesa vigile e consapevole. Che le fa temere e desiderare il momento in cui verrà messa alla prova. Che le darà la forza di superarla questa prova e renderla orgogliosa di esserci riuscita.
Lo vede, vede la sua macchina coi fari accesi come sempre. Un colpo al cuore sordo… tutte le volte lo avverte.. un segnale di gioia ed emozione… perché è questo che Eleonora cercava disperatamente ed è questo che il suo Padrone le dà. Emozioni allo stato puro.
Sale in macchina . Lui l’accoglie col suo bel sorriso. Ancora adesso Eleonora che si considera una ragazza normale ne bella ne brutta non si capacita di come quell’uomo bello ma soprattutto affascinante e colto abbia potuto scegliere lei come sua slave. Le risulta ancora incomprensibile ma è grata al destino per questa fortuna.
“Ciao piccolina. Sei bellissima lo sai?? Vedo che come sempre hai obbedito ai miei ordini… Brava la mia piccolina. ELEONORA! FAMMI VEDERE SOTTO IL VESTITO PICCOLA CAGNA SU!”
Il repentino cambio del tono della sua voce è per la giovane donna come uno schiaffo sul viso. Le mozza il respiro. Le fa aumentare e pulsazioni del cuore. Ecco ciò di cui ha bisogno.
Con mano tremante Eleonora alza il vestito per far vedere che sotto non porta intimo. Lo guarda e sa. Lui non ha bisogno di chiederle altro. Eleonora sa già cosa deve fare per il suo Padrone… Allarga le gambe il più possibile per fargli vedere il suo sesso che tende ad aprirsi come un fiore dall’eccitazione. Sa di essere già bagnata. E sa che lui ama vederla così eccitata. Che lui ama sapere di avere una piccola cagna eccitata per le mani. La mano di Eleonora si avvicina al proprio sesso. Lo sfrega dolcemente per raccogliere gli umori. Infila un dito poi due. Li muove piano poi sempre più veloci. Sa che lui la sta osservando ammirato dalla sfacciataggine con la quale la donna si masturba davanti a lui. Ricorda come erano difficili le prime volte per lei riuscire a farlo. E adesso come le venga naturale farlo per lui. Solo per lui.
Poi lentamente la donna sfila le dita dal proprio sesso e le porta al viso. Sa quello che lui vuole. oramai le basta un suo sguardo per sapere ciò che deve fare. E’ come soggiogata dal suo sguardo. una volta acceso l’interruttore fa si che Eleonora dimentichi ogni pudicizia ogni vergogna. Ma solo per lui. Eleonora annusa il proprio odore. E poi piano infila le dita in bocca… succhia e lecca via tutti i suoi umori. Sa che lui adora vederle fare questo. sa che lui è orgoglioso della sua piccola slave.
“Basta Ele, basta così per adesso piccola” le dice il suo Padrone, la accarezza sul volto. E’ sempre così dosa dolcezza e durezza in modo superlativo che fa impazzire dalla gioia la donna.
Eleonora sta in silenzio durante il tragitto. non sa cosa l’aspetta ne può immaginarselo. Sa solo che ha ancora molti limiti da superare ma non riesce ad immaginare quale sarà il prescelto.
La macchina si ferma davanti ad un teatro. Eleonora comincia a preoccuparsi. Sa che il suo vestito è praticamente trasparente… che si vede benissimo che è senza intimo. Non pensava certo di dover andare a teatro. sa che tutti vedranno che lei è nuda sotto. ecco uno dei limiti della donna la paura di essere guardata notata. Il pubblico la spaventa. Non è per nulla esibizionista e lui lo sa.
La fronte della donna si imperla leggermente di alcune goccioline di sudore. Il cuore palpita più veloce. Lui si gira a guardarla le sorride dolce sicuro.
“Sei contenta piccolina che ti porto a teatro?? Hai sempre detto che tu ami il teatro volevo farti una bella sorpresa!” Esce dalla macchina e le apre la sua portiera galante come sempre sa esserlo lui.
Eleonora tentenna ad uscire. Ha paura. Una paura forte irrazionale.
“Allora Eleonora vuoi deciderti ad uscire? Cagna!”
La frase è detta a voce non troppo alta ma abbastanza perché le persone loro vicine si girino ad osservare a chi erano dirette quelle parole dure ed offensive. Eleonora è piena di vergogna ma sa che deve uscire.
Esce dall’auto con un movimento fluido leggero. In piedi sembra una statua il vestito la fascia completamente non lasciando nulla all’immaginazione. La gente la guarda bisbigliando. Sa cosa stanno dicendo di lei. Che è una poco di buono a presentarsi a teatro praticamente nuda…
Lui la guarda sorridendole dolcemente, le sfiora una guancia con la mano. Lei sa cosa vuole. Testa alta e busto ben diritto, portamento altero, cammina al suo fianco come una regina, sicura di se. Ma soprattutto fiera di essere ciò che è. La sua cagna, la sua slave!
“Brava piccola, non mi deludi mai” le sussurra all’orecchio e questo basta ad Eleonora per dimenticarsi di tutto e di tutti ed essere felice.
Eleonora si tranquillizza, seduta nel loro palco si sente più serena li nessuno la vede almeno. Ecco pensa è questo il limite si stasera, un limite che posso superare tranquillamente. Ma all’improvviso un pensiero si insinua nella sua mente… Mai essere troppo certa del proprio Padrone… Lui glielo dice sempre… mai dare per scontato nulla. E la donna sa che la serata non è ancora finita. Iniziano a seguire l’opera… Eleonora è rapita dalla musica come sempre. Lui la guarda la osserva felice di ciò che vede. una giovane donna bellissima e dolcissima che volontariamente si è consegnata nelle sua mani per potergli dare il massimo del piacere per poter essere sottomessa dalla sua mente dalla sua volontà. E felice di farlo.
All’improvviso si avvicina lentamente all’orecchio della donna le sussurra…
“Cagna, in ginocchio subito e prendimelo in bocca. Non devi fare nulla solo tenerlo nella tua bocca fino a che lo dirò io.”
Eleonora sussulta. E’ impaurita e imbarazzata. Ha paura che dai palchi vicini o che persone con i binocoli possano accorgersi di quello che deve fare. Ma nonostante questo non le viene mai in mente l’idea per lei assurda di dire
“NO! Non lo faccio.”
Ubbidiente e felice di esserlo si gira si inginocchia davanti al suo Padrone, prende il suo sesso in mano e se lo infila in bocca. Gioiendo della sensazione di avere la bocca piena fino in gola del sesso del suo Padrone.
“Brava la mia puttanella” si sente dire…
“Adesso rimarrai così fino alla fine dello spettacolo… Sei la mia piccola cagna lo sai??”
Eleonora sa che sarà durissima rimanere in quella posizione così a lungo. Sente il suo odore l’odore del sesso del suo Padrone nelle sue narici le arriva al cervello dove esplode provocandole fitte di piacere tra le gambe socchiuse, sente che si bagna sempre più. Sente i suoi umori colare sulle sue gambe… Ogni tanto lui le domanda se sta bene in quella posizione…
“Come va piccola? È faticoso?” e al suo cenno di assenso:
“Ma non importa vero troietta? A te piace stare così per me vero??”
La donna non può fare altro che assentire. Perché è vero lei adora sentirsi usata ed umiliata in quel modo. Solo così si sente desiderata ed importante per il suo Padrone. Perché è questo che lui vuole ed è questo che lei vuole dargli… tutta se stessa da usare a suo piacimento per il loro reciproco piacere.
Qualche minuto prima dell’intervallo lui le ordina di alzarsi e di seguirlo al bagno. Eleonora è interdetta ma come sempre non dice nulla e lo segue docile. sempre con il suo atteggiamento fiero da slave… Ma gli occhi sempre bassi a testimoniare la sua sottomissione all’uomo che le sta davanti…
Arrivati davanti alle porte dei bagni Eleonora sta per infilarsi in quelli femminili, ma viene subito fermata da un comando secco…
“SEGUIMI CAGNA!”
Eleonora trema… deve andare nel bagno degli uomini… È terrorizzata dalla vergogna e dalla paura che qualcuno dica qualcosa… Non sa cosa fare. Ma sa che deve ubbidire… Lo segue tremante non osa guardarsi attorno… Sente che ci sono persone dentro e sa che la guarderanno. Lui va dentro un bagno e la fa entrare dietro di sé. Nessuna parola, non un sorriso. Il suo sguardo è duro, deciso. Eleonora trema dalla gioia, dall’eccitazione e dalla paura.
“Appoggiati alla parete, sbrigati!”
Eleonora appoggia le braccia aperte alla parete davanti a lei sopra la tazza del wc. Allarga le gambe per stare meglio in equilibrio…
Lui le solleva il vestito. Ammira le rotondità piene delle natiche. Le accarezza piano pregustando ciò che sta per fare. Eleonora trema dentro di sé. Ha paura di aver intuito ciò che il suo Padrone vuole fare. Le fustigate. Ecco un altro dei suoi limiti terribili… È terrorizzata dal dolore.
“Adesso piccola slave dovrai provare qualcosa di nuovo” le dice.
“Ma guai a te se sento anche un solo gemito uscire da quella bella bocca, hai capito? Per ogni gemito che farai verrai punita ulteriormente, hai capito??”
Eleonora sussurra un “sì” appena percettibile.
“Bene, brava bambina” e all’improvviso la donna sente un colpo arrivarle sulla natica destra. Un dolore bruciante ma sopportabile…
“Signore ti ringrazio” pensa Eleonora,
“non mi sta fustigando. Usa solo le mani. Quelle posso sopportarle.”
Le vengono somministrati almeno una trentina di ceffoni sulle natiche a forza crescente. Il dolore si mischia al piacere di sentirsi così umiliata e sottomessa. Il suo sesso gronda umori sulle sue cosce spalancate. Istintivamente sporge il sedere all’infuori come per offrirlo alle mani dell’uomo…
“Non penserai sul serio che sia finita qua, vero puttanella??”
La sua voce dura e crudele la riporta alla realtà. Si rende conto di dov’è… che tutti gli uomini nel bagno possono sentire ciò che le viene fatto. Sente un sibilo all’improvviso. Un sibilo sinistro che fende l’aria…
“Adesso dovrai contare, cagnetta. Ti darò venti colpi. Dovrai contarli a voce alta e chiara… e guai a te se fai un gemito!”
Il primo colpo si abbatte come una rasoiata sulle sue teneri carni. Sembra che qualcuno le abbia lacerato la pelle. Il dolore è bruciante intenso. Sembra insopportabile.
Eleonora apre la bocca per prendere una boccata d’aria e questo sembra portarle un leggero giovamento…
“Uno” dice con voce rotta ma riesce a non emettere alcun gemito…
“Due. Tre… Quattro.”
Le fustigate sono sempre più forti e dolorose ma la forza d’animo e l’orgoglio della donna le impediscono di gemere… Riesce ad imporre a se stessa di dire solo il numero della fustigata.
“Venti.”
Finalmente, pensa la donna, questo dolore atroce è finito.
Improvvisa le arriva un’altra frustata. “Ventuno.”
E’ già preparata a riceverne altre senza protestare minimamente per il fatto che lui ne aveva menzionate solo venti.
E invece finisce… La ventunesima sferzata è stata solo un test che lei ha superato brillantemente. Lo può capire dal sorriso soddisfatto del suo Padrone. Tutto finisce all’improvviso come era iniziato… Eleonora sente la sua pelle arrossata e dolorante. Sa che è segnata dai colpi. E questo stranamente la rende felice e orgogliosa. Vorrebbe che tutti vedessero quei segni. Perché sono il segno che lei appartiene al suo Padrone!
“Girati.”
La donna si gira con gambe malferme…
“Siediti sulla tazza adesso. E sai cosa devi fare.”
Oddio, pensa Eleonora, ti prego questo no. Non ci riuscirò mai… Posso sopportare il frustino. Ma non riuscirò mai a fare pipì davanti a lui. Lo sa bene. Perché vuole umiliarmi così a fondo quando sa benissimo che non ci riuscirò mai…
Abbiamo già provato mille volte ma. Non ci riesco.
Eleonora è terrorizzata e preoccupata… Non sa come fare…
Lui le afferra i capelli. La tira verso il suo sesso e glielo spinge fino in gola. La sta scopando in gola adesso…
Eleonora sente i conati che l’afferrano cerca di divincolarsi ma è stretta a lui e non sa come fare…
“Toccati la fica, piccola cagna. Cerca di fare pipì mentre ti procuri piacere e mentre il tuo padrone sta per venirti in gola.”
Eleonora comincia a toccarsi… Il fatto di sentirsi così degradata… in un bagno pubblico con uomini che sicuramente immaginano cosa le sta succedendo…
Consapevole di essere un oggetto. Ma un oggetto amato e desiderato. Le fanno esplodere lampi nel cervello. Sente piacere allo stato puro… dimentica tutto e tutti. Sente solo quel cazzo che le sta violando la bocca. E il piacere che si sta donando con le proprie mani. Ed ecco all’improvviso l’orgasmo che esplode… e la pipì che comincia ad uscire dalla sua fica spalancata sulla tazza. Le prime goccioline e poi come una fontanella… Nello stesso momento sente il piacere del suo Padrone esploderle nella gola… Un momento bellissimo per la slave… Ha soddisfatto in pieno le aspettative del suo padrone lo sa. Ma non può impedirsi di guardarlo negli occhi e di implorarlo silenziosamente di dirle qualcosa. di dirle se è stata abbastanza brava. Se è riuscita a soddisfarlo come lui voleva…
“Sei fantastica, piccolina. Non avevo dubbi. Non ne avevo mai avuti. Tu sei la mia slave adorata. Alzati che torniamo a vedere il resto dell’opera.”

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